AMBIENTE

Ancora minacce per le barriere coralline mondiali

descrizione delle aree in cui le barriere coralline sono più a rischio

MARE – Sono state paragonate ai canarini che un tempo venivano usati nelle miniere di carbone come sistema di allarme poichè la presenza di gas tossici avrebbe ucciso loro prima dei minatori. Sono le barriere coralline, un importante indicatore dello stato di salute dei nostri oceani, che come canarini in presenza di monossido di carbonio stanno diventando sempre più morte e silenziose.

Secondo Reefs at Risk Revisited, il più recente ed esaustivo aggiornamento sullo stato di salute di questo ecosistema marino, più del 60% delle barriere coralline mondiali è attualmente minacciata dalla pesca eccessiva, dallo sviluppo non controllato dell’edilizia costiera e dall’inquinamento. A livello locale, le azioni più invasive sono rappresentate dall’uso di esplosivi per la pesca, dall’ingresso nelle acqua marine di eccessivi sedimenti dovuti a deforestazione e dalla cattiva gestione del territorio, da cui consegue un input eccessivo di nutrienti originati dall’agricoltura e di materiali tossici.

Si tratta di un panorama che affligge soprattutto il Sud-est asiatico, i Caraibi, le coste africane e quelle del Medio Oriente mentre impatti minori si registrano lungo il continente australiano. Ovunque, però, c’è un’effetto peggiorativo dovuto all’innalzamento della temperatura degli oceani, conseguenza del cambiamento climatico, e all’acidificazione del mare provocata dall’eccesso di anidride carbonica.

In assenza di misure di mitigazione, conclude il rapporto, oltre il 90% dei coralli saranno a rischio di estinzione entro il 2050. Gli stessi coralli, per intenderci, che in poco più dell’1,2% della superficie marina ospitano la maggior parte del patrimonio mondiale di biodiversità (si stima che siano da 1 a 3 milioni le specie residenti nelle barriere coralline mentre circa un quarto di tutte le specie marine dipenderebbe dalle barriere in qualche fase della propria vita).

C’è di che preoccuparsi, ma non solo per l’ambiente. Al contrario, molte e importanti sono le implicazioni di una riduzione drastica dell’ecosistema corallino in quelle aree del mondo che ne dipendono in termini di pesca, introiti ottenuti dal turismo nonchè protezione del proprio territorio.

paesi più colpiti dalla ridizione dei servizi ecosistemici offerti dalle barriere coralline

Nel rapporto è presente anche un’analisi dei paesi che risulterebbero più colpiti dalla riduzione dei servizi ecosistemici offerti dalle barriere coralline. Le nove nazioni più compromesse secondo il World Resources Institute sarebbero Haiti, Grenada, Filippine, Comore, Vanuatu, Tanzania, Kiribati, Fiji e l’Indonesia. Più in generale Reefs at Risk parla di circa 500 milioni le persone che sarebbero colpite direttamente dalla scomparsa di questo meraviglioso mondo subacqueo.

I canarini sono sempre più silenziosi… presteremo loro attenzione ?

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