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Revisori crowdsourced

Grazie al crowdsourcing, un servizio di revisione professionale dei testi, sfruttabile grazie a un plugin per Word. 

FUTURO – Qualunque sia il vostro word processor almeno una volta avrete dovuto sperimentare la frustrazione dell’utilizzo del controllo ortografico o del sunto automatico: per ora un normale personal computer non è proprio in grado di sostituire un altro paio di occhi. Ora, spingendo la filosofia del crowdsourcing al limite, quei neuroni in più che scovano refusi e asciugano i testi possono essere comodamente affittati direttamente da Word e in tempo reale il nostro lavoro godrà di un editing professionale.

Il plugin si chiama Soylent ed ecco come funziona: basta selezionare il testo da elaborare e scegliere le opzioni disponibili, revisione o sintesi. A questo punto entra in gioco il servizio di Amazon Mechanical Turk (un chiaro riferimento al celebre automa giocatore di scacchi costruito a fine ‘700 che in realtà era comandato da un uomo di piccola statura): questo servizio in buona sostanza smista il compito ad anonimi lavoratori che via Internet restituiscono il prodotto finito.

A tutto questo si aggiungono le Human Macro. Una macro è, in generale, uno script che contiene un’istruzione personalizzata/personalizzabile da far eseguire al software, ma per ottenere una macro su misura per le nostre esigenze potrebbe essere necessario impararsi un po’ di programmazione, il che non è propriamente il sogno nel cassetto di chi cerca appunto un modo per risparmiare tempo. Le Human Macro di Soylent, invece, sono alla portata di tutti.

Mettiamo che vogliate cambiare un paragrafo mettendo ogni verbo dal passato al presente (o viceversa), come mostra il video di presentazione qui di seguito. Basta aggiungere una macro scrivendo semplicemente l’istruzione come se ci rivolgessimo ad un’altra persona, cioè “per favore, cambia il testo dal tempo presente al tempo passato” e dietro al router un solerte e sconosciuto editor provvederà. La prossima volta, a macro salvata e collaudata, per ottenere lo stesso risultato basteranno un paio di click.

Il plugin, sviluppato al MIT, è Open Source e ciò che si paga è il servizio di Amazon. A seconda di quanto siete disposti a pagare il colosso dell’e-commerce, sempre più attento all’innovazione, il lavoro sarà più o meno veloce, in ogni caso molto più veloce di quanto potreste fare altrimenti.

Soylent è però solo una delle ultime novità presentate lo scorso 8 maggio alla Workshop on Crowdsourcing and Human Computation, all’interno del CHI (ACM Conference on Human Factors in Computing Systems), forse non dovremo aspettare molto per ottenere simili prestazioni anche da programmi di photoediting.

In generale, sembra che il maggiore ostacolo al crowdsourcing sia la regolare mancanza di organizzazione: i nostri cervelli in molti compiti sono ancora qualitativamente superiori ai computer, ma bisogna cercare di imbrigliare questa potenza adottando degli standard. E alcuni ricercatori, come Panagiotis G. Ipeirotis (New York University), a questo proposito ritengono che ci si debba mettere al lavoro per costruire un vero e proprio “sistema operativo” che supporti la computazione umana.

Sarà Windows, Mac, o Linux?

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Stefano Dalla Casa
Giornalista e comunicatore scientifico, mi sono formato all’Università di Bologna e alla Sissa di Trieste. Scrivo abitualmente sull’Aula di Scienze Zanichelli, Wired.it, OggiScienza e collaboro con Pikaia, il portale italiano dell’evoluzione. Ho scritto col pilota di rover marziani Paolo Bellutta il libro di divulgazione "Autisti marziani" (Zanichelli, 2014). Su twitter sono @Radioprozac