SALUTE – Non è proprio una buona notizia. Uno studio appena pubblicato sostiene che l’intenso stress psico-fisico conseguente alla perdita di una persona cara può aumentare il rischio di infarto. Non è del tutto una novità, già da qualche tempo i medici parlano di “sindrome del cuore spezzato“, i cui sintomi ricordano quelli dell’infarto, ma non dipendono dall’occlusione delle arterie bensì da uno stato emotivo che mina le funzionalità cardiache. Lavori precedenti a questo più recente (pubblicato su Circulation) avevano già evidenziato un’innalzata probabilità di rischi cardiaci e morte dopo la perdita del coniuge o di un figlio.
Questo capitanato da Elisabeth Mostofsky (del Beth Israel Medical Center di Boston) però è il primo ad analizzare in maniera sistematica gli effetti immmediati del lutto e dimostra che nel giorno successivo alla perdita di una persona cara il rischio di attacco cardiaco diventa ben 21 volte maggiore. Nel mese successivo il rischio cala ma resta sempre superiore alla media (nella settimana successiva alla perdita è sei volte piu alto del normale).
lo studio ha monitorato per 5 anni 2000 persone ospedalizzate per infarto (tenendo sotto controllo alcune variabili legate allo stato di salute e alla storia della loro malattia). Coloro che avevano fattori di rischio cardiaco già precedenti all’attacco sono risultati i più vulnerabili, ma il pericolo aumentava anche per gli altri. Secondo Mostofsky coloro che si trovino ad affrontare un lutto non devono sottovalutare sintomi fisici come il dolore al petto.
Immagine : David Armano (CC)