CRONACA – La scienza ultimamente sembra essersi presa a cuore la causa dei calvi. Non è il tipo di ricerca che salverà il mondo, ma certo toglierà qualche fastido a una buona percentuale della popolazione maschile (ma anche a personeche hanno perso capelli e peli perché colpite da estese ustioni). La scorsa settimana (il 17 aprile) per esempio è stato pubblicato su Nature Communications uno studio a opera di un gruppo di scienziati giapponesi che sono riusciti a far cresce della peluria su topi completamente glabri grazie a una tecnica basata sulle cellule staminali.
Nello studio Koh-ei Toyoshima, dell’Istituto di Ricerca di Scienza e Tecnologia dell’Università della Scienza di Tokyo, e colleghi hanno dimostrato di poter rigenerare dei follicoli piliferi (per pelo normale e per le vibrisse) perfettamente funzionati a partire dal trapianto intracutaneo di follicoli allo stadio germinale, ottenuti a partire da cellule estratte dalla pelle di embrioni – quelli per il pelo normale – e da staminali adulte prese nella regione delle vibrisse – per i follicoli delle vibrisse, appunto.
Come hanno osservato gli scienziati, i follicoli bioingegnerizzati hanno sviluppato le strutture corrette e le connessioni normali con il tessuto circostante, inoltre hanno mostrato funzioni normali, come i cicli di crescita e perdita e la capacità di rizzarsi. Insomma, almeno per i topi il problema della pelata può dirsi in via di risoluzione (e guardate questo video, che non lascia adito a dubbi).
È la seconda ricerca di rilievo sulla calvizie che si legge in poco tempo. Meno di un mese fa era uscito un altro studio (completamente diverso) su un’alta rivista prestigiosa, Science Transalational Medicine, che identificava in un meccanismo basato sull’abbondanza di prostaglandine nella cute di uomini affetti da calvizie la responsabilità della caduta anomala di capelli, e che quindi ipotizzava che farmaci che inibissero questo meccanismo potevano non solo frenare la caduta dei capelli, ma addirittura invertire il processo.
Crediti immagine: Nina Matthews Photography