AMBIENTELA VOCE DEL MASTER

Per colpa di Achab

LA VOCE DEL MASTER – La caccia commerciale alla balena grigia, che tra la fine del 1800 e l’inizio del 1900 ha sterminato decine di migliaia di esemplari, è stata probabilmente la causa principale della recente diminuzione della popolazione di questa specie. Lo suggerisce un nuovo studio, condotto da un gruppo di ricercatori guidato da Elizabeth Alter della Stanford University e pubblicato su PLoS ONE.

Anche se l’affermazione può sembrare ovvia, in realtà altre ricerche avevano ipotizzato che la diminuzione numerica fosse collegata a fenomeni precedenti alla caccia massiva della seconda metà del 1800. Erano stati considerati, infatti, fattori come l’influenza dei cambiamenti climatici (il “periodo caldo medioevale”, la “Piccola era glaciale”), la presenza di predatori (Orcinus orca) e il fatto che le popolazioni indigene avessero cacciato questa specie per 5000 anni.

Alter e i suoi colleghi hanno estratto il DNA da ossa di balene grigie (Eschrichtius robustus) del Pacifico orientale, ritrovate in siti archeologici e datate tra i 150 e i 3500 anni fa, e lo hanno confrontato con il DNA di balene moderne.

In questo modo, i ricercatori hanno tentato di ricostruire la storia della popolazione, evidenziando come, intorno a sei generazioni di balene fa, il numero di individui (60.000) sia diminuito in modo netto. Sei generazioni di balene corrispondono a circa 93 anni e quindi questa diminuzione risale al periodo in cui la caccia commerciale era nella sua fase di massima espansione.

Esistono due popolazioni di balene grigie nel Pacifico, delle quali quella del Pacifico orientale è la più consistente (oggi si contano circa 22.000 esemplari). La popolazione della regione occidentale, invece, è classificata dalla IUCN come a grave rischio di estinzione ed è formata da non più di 130 individui.

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Francesca Camilli
Comunicatrice della scienza e giornalista pubblicista. Ho una laurea in biotecnologie mediche e un master in giornalismo scientifico.