CRONACA – Per mantenersi idratate, le piante hanno un metodo tutto loro. A partire dai frutti fino ad arrivare ai rami e alle foglie, fanno in modo da essere rivestite da un sottile strato di pelle trasparente, la cosiddetta cuticola, che limita l’evaporazione e dunque le aiuta a trattenere l’acqua. Studiando la buccia del pomodoro è stato adesso compreso il meccanismo con cui le piante utilizzano la cutina, la molecola alla base di questo strato protettivo, per formare la cuticola. Lo trovate pubblicato su Nature Chemical Biology.
Trevor H. Yeats della Cornell University di Ithaca e i suoi collaboratori hanno identificato il meccanismo enzimatico con cui viene prodotta la cutina e il processo attraverso il quale essa si assembla nella cuticola. Per farlo, gli scienziati sono partiti da esperimenti sulla buccia dei pomodori, che normalmente contiene molta di questa sostanza. In particolare, il pomodoro “normale” è stato confrontato con pomodori geneticamente modificati, con una pelle molto sottile e che si disidratavano velocemente. Dal confronto è emerso che in quelli modificati non era presente l’enzima aciltransferasi, che è stato battezzato quindi come responsabile della formazione della cuticola attraverso l’aggregarsi dei mattoncini di cutina. A conferma del suo ruolo, altre piante o parti di piante sono state prese in esame e ne è risultato che l’enzima manca anche nelle alghe, che appunto non hanno bisogno di proteggersi dalla disidratazione.
Le novità fornite da questo studio sulla cuticola dei vegetali potrebbero trovare presto applicazione nel settore agricolo. Aiutare le piante a rafforzare la propria pelle potrebbe infatti aiutarle a non seccarsi durante i periodi di siccità, ma anche a prevenire l’attacco da parte dei parassiti.
Crediti imagine: Alice Pace