CRONACA – Pubblico qui la risposta inviataci da Alberto Carpinteri, presidente di INRIM, alle “cinque domande” riassunte e poste, attraverso le nostre pagine, da Alessio Guglielmi.
Caro Dott. Guglielmi,
rispondo volentieri alla sua lettera aperta, che mi dà occasione di puntualizzare alcuni aspetti delle mie ricerche e soprattutto delle polemiche lette in questi giorni sul web e su alcuni giornali italiani. Purtroppo non sono stati in molti, come ha fatto lei, a chiedere di ascoltare anche la mia voce, quale parte in causa della vicenda, e ho notato come spesso la questione piezonucleare sia stata trattata in modo unilaterale (citando me e il mio lavoro, ma senza che mi fosse richiesto di intervenire per poter replicare).
Il punto essenziale che voglio sottolineare è che siamo di fronte a quattro prove convergenti del fenomeno (fissione piezonucleare): emissione di neutroni sia da frattura fragile sia da terremoti, trasmutazione degli stessi elementi chimici sia nei campioni di laboratorio sia nella crosta terrestre.
I risultati sperimentali cui sono giunto sono assolutamente ripetibili e sono relativi non solo alle emissioni di neutroni generate per compressione di campioni di solidi e liquidi, ma soprattutto ai bilanci tra le masse degli elementi coinvolti che tornano perfettamente. Esse, oltretutto, spiegherebbero una serie di fenomeni tuttora non chiariti dalla scienza. I misteri del nostro pianeta, dalla diminuzione di alcuni elementi chimici (ferro, nichel, calcio, magnesio) all’aumento di altri (alluminio, silicio, sodio, potassio), sino alla formazione degli oceani e all’inquinamento da carbonio, potrebbero trovare una giustificazione unitaria. Per non parlare poi delle emissioni neutroniche generate dai terremoti, scoperte recentemente e tuttora inspiegate.
Per quanto riguarda la sua prima domanda (Può per cortesia indicare quali articoli, regolarmente soggetti a revisione di pari e pubblicati da gruppi indipendenti dal Suo, hanno confermato il fenomeno piezonucleare?), le rispondo che ad oggi non ci sono studi indipendenti rispetto a quelli pubblicati da me in collaborazione con altri, che invito tutti coloro che sono nello stesso campo a replicare.
Per quanto riguarda il commento pubblicato su arxiv da alcuni ricercatori dell’INRIM, questo mostra malauguratamente due gravi errori concettuali. Uno attiene a questioni di geologia, l’altro riguarda addirittura la statistica. Abbiamo tutte le registrazioni e verranno pubblicate sullo stesso sito al più presto, in modo da controbattere punto per punto al commento di cui sopra.
2) È in grado di controbattere puntualmente ed esaustivamente alle accuse di manipolazione dei dati sperimentali che Le sono state rivolte? Può spiegare perché cita lavori che sono stati screditati dalla comunità scientifica?
La parola “manipolazione” è stata usata dai miei detrattori soltanto per affermare che loro stessi non manipolavano i miei dati. Ma, a parte questo, come si può parlare di manipolazione quando i risultati sono stati ottenuti da team diversi e da specialisti (chimici, fisici e geologi) di grande esperienza e serietà. Oltretutto, i risultati delle microanalisi sono migliaia e tutti inequivocabili: succede qualcosa di strano e inaspettato. Il discredito di certi lavori penso che sia relativo, e addirittura strumentale per altri fini, come si dimostra anche nel mio stesso caso.
3) Lei crede che sia eticamente corretto ottenere fondi di ricerca trattando direttamente con uomini politici e senza alcun controllo da parte di terzi esperti, riuniti in una commissione di peer reviewing chiaramente identificata e responsabile di fronte all’opinione pubblica?
Come dimostra la mia carriera, non ho mai cercato scorciatoie politiche o d’altro genere per pubblicare o condurre ricerche. Le mie eventuali simpatie politiche per una o l’altra parte o le idee religiose, che lei cita, sono d’accordo sul fatto che siano questioni che devono stare fuori dalla ricerca scientifica, che si basa su verificabilità sperimentale e presentazione dei risultati di fronte alla comunità dei pari. Personalmente non ho chiesto finanziamenti né fondi a nessun politico, né ne ho ricevuti. Ho deciso di inserire tali ricerche nel programma di vision dell’ente che presiedo, l’INRIM, non come tentativo di eludere le normali procedure di finanziamento, ma per dare un mio contributo all’ente stesso. Come spero sia chiaro dalle mie parole, ho buoni motivi per credere fermamente nella realtà dei fenomeni piezonucleari, che non hanno a che fare, come ho visto scritto, tanto con la produzione di energia (che potrà forse essere un’applicazione, ma è tutto da verificare e comunque per ora la questione è di marginale importanza per le mie ricerche), quanto con la misurazione di emissioni di particelle e di pesi atomici. Quindi l’INRIM è la sede ideale per poter misurare con precisione tali fenomeni e verificare la correttezza degli esperimenti condotti in questi anni. Qui ci sono le competenze e i mezzi (laboratori, strumenti) per farlo. Sono conscio che lo studio degli eventuali modelli interpretativi e delle eventuali applicazioni non rientrino nei compiti istituzionali dell’INRIM.
La mia stessa nomina a Presidente dell’INRIM, aggiungo, pur se è stata fatta da un Ministro, Maria Stella Gelmini, che era espressione di un partito, si giustifica ampiamente con il lavoro fatto in questi anni (considerando il mio curriculum e il fatto che sono il docente del Politecnico di Torino con l’indice di pubblicazione più elevato, h-index=32), e senza aderenze politiche di alcun genere.
4) Può spiegarci nel dettaglio e quantificare le risorse di cui ha bisogno per proseguire le Sue ricerche? Può spiegare perché non utilizza i canali competitivi e tradizionali di finanziamento della ricerca?
Innanzitutto, per quanto riguarda i finanziamenti, il gruppo di ricerca del Politecnico di Torino, da me coordinato, ha speso negli ultimi quattro anni solo somme relativamente modeste poiché non è mai esistito un programma ufficiale dedicato al Piezonucleare (50.000 euro circa in 4 anni). All’INRIM, invece, dove ho cominciato a collaborare con qualche ricercatore interessato dal Settembre 2011, non si è speso sinora nemmeno un euro. È vero che il Consiglio di Amministrazione ha chiesto (all’unanimità) al Ministero un finanziamento specifico di 500.000 euro per tre anni, comprendendo comunque anche le ricerche sulle emissioni acustiche ed elettromagnetiche. Non abbiamo ancora ricevuto risposta.
Alcuni dirigenti di ricerca dell’Ente hanno mostrato delle preoccupazioni ingiustificate, vista soprattutto la sostanziale assenza di implicazioni per i loro finanziamenti. Ovviamente è tutto certificabile da documenti ufficiali.
Infine, in merito all’ultima domanda, le rispondo che no, non credo nella teoria dei complotti, e anzi, da 4 anni a questa parte con alcuni collaboratori del Politecnico stiamo portando avanti una ricerca “normale”, che non ha avuto l’ausilio di particolari fondi. Spesso – mi è capitato di pensare nel corso della mia vita – le idee migliori, o, almeno, foriere di spunti originali per la ricerca, mi sono venute proprio quando non avevo a disposizione budget stellari, ma anzi potevo contare su pochi mezzi.
Chiudo con una nota di speranza: convinto come sono, sinceramente, che le reazioni piezonucleari siano un fatto reale, auspico che molti laboratori, in Italia, ma non solo, vogliano replicare gli esperimenti fatti da me e dai miei collaboratori. Sono pronto a discutere di risultati scientifici e di dati in qualsiasi momento, e a mettere a confronto le conclusioni ottenute. Le polemiche, invece, preferisco lasciarle ad altri.
Cordiali saluti,
Alberto Carpinteri