CRONACA – Anche l’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (INRiM), degno erede dello storico Galileo Ferraris di Torino, potrebbe rientrare tra i tagli della spending review e venire inglobato nel CNR. Non è l’unico motivo per cui, negli ultimi mesi, l’INRiM ha attirato l’attenzione dei media e del pubblico. Purtroppo il motivo dell’attenzione non sono i brillanti successi scientifici. Anzi. La nuova presidenza del prof. Alberto Carpinteri, insediatosi a settembre dello scorso anno su nomina dell’allora ministro Mariastella Gelmini, ha suscitato critiche da parte della comunità scientifica e del personale dell’INRiM.
Nominato in quota PDL ex AN, il professore è noto per essere il promotore del piezonucleare, un presunto fenomeno secondo il quale, sottoponendo a pressione blocchi di granito, si produce energia nucleare pulita e in quantità a piacere… insomma, sostanzialmente in grado di salvare il mondo. La ricerca del prof. Carpinteri e colleghi (pochi) è stata demolita con critiche devastanti che si possono riassumere nella frase “le procedure sperimentali e il trattamento dei dati sono inferiori agli standard normalmente accettati dalla comunità dei fisici. Inoltre abbiamo anche scoperto seri errori e manchevolezze nei dati presentati.” come cita Sylvie Couyad nel primo articolo della serie sul piezonucleare che OggiScienza ha pubblicato a partire da maggio di quest’anno.
Anche il ministro Profumo ha fatto recentemente marcia indietro a proposito della nomima di Fabio Cardone (collega di Carpinteri nelle faccende scientifiche e politiche) come membro del consiglio scientifico dell’INRiM per coprire un posto vacante. La sua candidatura è stata ritirata dopo la petizione di sfiducia firmata da più di 1000 scienziati, ed è stata sostituita da persone di competenza riconosciuta a livello internazionale.
La faccenda è quindi complessa. Non sarà, si chiedono molti ricercatori dell’INRiM, che la spendig review è un pretesto per sistemare una situazione diventata ormai ingestibile? Noi viaggiamo bene, sostengono i ricercatori interpellati, con finanziamenti europei ed eccellenze scientifiche e tecnologiche mai viste prima. L’inclusione dell’Ente nel CNR (e quindi la scomparsa dell’INRiM come tale) se da una parte toglierà loro un po’ di autonomia, dall’altra metterebbe al sicuro i ricercatori e l’Ente stesso da una gestione incompetente. Il rischio sarebbe piuttosto che l’eventuale soppressione dell’Istituto Metrologico Nazionale, senza poi ricrearlo all’interno del CNR, metterebbe l’Italia in grave difficoltà nei confronti della Comunità Europea, che finanzia il programma EMRP-European Metrology Research Programme sulla metrologia europea, di cui l’INRiM fa parte in quanto istituto metrologico primario.
Nel frattempo 80 ricercatori su 100 hanno firmato una mozione di sfiducia nei confronti del presidente Carpinteri, che pubblichiamo.