COSTUME E SOCIETÀ – Una nuova iniziativa di Zooniverse sfrutta la citizen science per classificare 300.000 immagini dei cicloni tropicali accumulate dal 1978 a oggi. Serve a migliorare i modelli di previsione meteorologi e quelli di evoluzione climatica nei paesi più popolati e a rischio.
I lettori avranno notato che la traiettoria del ciclone Sandy calcolata con una settimana di anticipo dallo European Centre for Medium-Range Weather Forecasts ha evitato molte vittime, mentre non è successo per il tifone Bopha che poche settimane dopo ha devastato l’isola di Mindanao. Un paese ricco si difende meglio, certo, ma con qualche giorno di preavviso si sarebbero salvati anche tanti filippini.
Il problema è che oltre ai computer servono dati storici affidabili e finora le immagini prese dai satelliti sopra i Tropici sono state classificate solo approssimativamente sulle scale di intensità. Quest’ultima, spiega Christopher Hennon che coordina i lavori del Cyclone Center, si ottiene con la tecnica Dvorak, ma fornisce spesso risultati in contrasto con la velocità del vento misurata a terra. (Misurata occasionalmente: nei paesi poveri le stazioni di rilevamento sono poche.)
Il Cyclone Center funziona da settembre e il 16 novembre centomila immagini erano già state classificate 30 volte ciascuna da migliaia di persone che hanno risposto a poche domande semplici. Non serve una laurea in fisica. Come per il Galaxy Zoo, si tratta di distinguere tra varie configurazioni.
Finito lo smistamento, gli esperti della NOAA, del CISC e dell’Università della South Carolina costruiranno una serie temporale di intensità e traiettorie meno ricca e lunga di quella statunitense, ma ben più utile di quella attuale piena di buchi. Se qualche migliaio di sfruttati sostituisse quelli presi da altre faccende nel periodo festivo, potrebbe essere immessa nei modelli da collaudare prima che inizi la prossima stagione dei cicloni.
Immagine: tifone Bopha, 2 dicembre 2012, NASA