AMBIENTE – Impreparati all’emergenza. In Italia sono più di 1.100 gli impianti industriali, dai petrolchimici alle raffinerie, che in caso di incidente o di malfunzionamento possono provocare incendi, nubi tossiche, contaminazioni dei suoli e delle acque, interessando i territori di 739 comuni. Di questi solo il 29% sono potenzialmente preparati ad affrontare un’eventuale emergenza. È quanto emerge dall’ultimo rapporto di Legambiente “Ecosistema rischio 2012”, che ha sondato il livello di preparazione delle amministrazioni comunali nella gestione del rischio antropico.
Attraverso un questionario dettagliato, inviato ai 739 comuni interessati, Legambiente ha analizzato il livello di preparazione delle amministrazioni locali, verificando sia il grado di conoscenza degli impianti presenti (processi di lavorazione, sostante trattate e potenziali rischi), sia la realizzazione di campagne informative sui comportamenti da adottare in caso di emergenza.
Tra i 210 comuni su 739 che hanno fornito le informazioni richieste, il 94% ha recepito i dati essenziali per valutare i possibili scenari e le conseguenze di un incidente, mentre l’86% ha anche individuato le aree soggette a rischio. Solo il 50%, però, ha realizzato campagne informative, rivolte ai cittadini, sui comportamenti da tenere in caso di emergenza.
A livello complessivo, quindi, solo il 10% dei comuni ha fornito a tutti coloro che vivono o lavorano in prossimità dell’insediamento a rischio informazioni pratiche e puntuali su come riconoscere i segnali di allarme e mettersi al sicuro.