LA VOCE DEL MASTER – I bambini che evitano le situazioni che li spaventano sono più portati a sviluppare disturbi d’ansia: è quanto emerso da uno studio effettuato dalla Mayo Clinic su più di 800 bambini d’età compresa tra 7 e 18 anni. La ricerca, pubblicata su Behavior Therapy, si è basata su due questionari da 8 domande ciascuno, uno destinato ai bambini, l’altro ai loro genitori.
I questionari hanno indagato l’attitudine dei bambini a rifuggire le situazioni che li preoccupano, ad esempio chiedendo loro se tendevano a stare lontani da ciò che ritenevano pericoloso. Nel caso dei genitori, invece, veniva chiesto se i loro figli avessero l’abitudine di rimandare le attività che li mettevano in agitazione. I bambini con un alto punteggio, ad indicare la tendenza a evitare le situazioni spaventose, riesaminati un anno dopo avevano sviluppato problemi d’ansia.
25 di questi bambini sono in seguito stati sottoposti a psicoterapia cognitivo-comportamentale, che prevedeva la graduale esposizione a situazioni che li spaventavano o mettevano in ansia. Dopo la terapia, i punteggi dei loro questionari si sono dimezzati, dimostrando, secondo gli autori, che uno dei motivi del miglioramento era proprio l’aver affrontato le proprie paure.
Secondo Stephen Whiteside, l’autore della ricerca, questo nuovo approccio potrebbe aiutare a capire preventivamente se un bambino è a rischio di evolvere un disturbo d’ansia. I bambini che evitano le situazioni spaventose, infatti, non hanno l’opportunità di affrontare le proprie paure e non imparano a gestirle. Questo può portare le paure ad aggravarsi, rischiando di compromettere anche le normali attività quotidiane.