LA VOCE DEL MASTER

Herschel va in pensione

LA VOCE DEL MASTER – Crediti immagine: ESA/PACS & SPIRE Consortia, T. Hill, F. Motte, Laboratoire AIM Paris-Saclay, CEA/IRFU – CNRS/INSU – Uni. Paris Diderot, HOBYS Key Programme ConsortiumAnche i telescopi di ultima generazione invecchiano e devono appendere i sensori al chiodo. Dopo quattro anni di osservazioni e rilevamenti, per un ammontare di circa 22mila ore complessive, anche il Telescopio spaziale Herschel, lanciato dall’Agenzia Spaziale Europea nel 2009, va in pensione.

Anche se lunga solo quattro anni, l’attività di Herschel ci lascia un’eredità notevole in termini di dati rilevati ed elaborati. Lanciato nel 2009 per studiare la formazione delle stelle e delle galassie nell’universo, e per osservare la composizione chimica e l’atmosfera e la superficie di comete, pianeti e satelliti, Herschel ha permesso agli astronomi di scoprire nuovi particolari della nostra galassia, come l’esistenza di particolari strutture che giocano un ruolo strategico nei processi di formazione stellare.

Ma la potenza di Herschel è dovuta ai suoi sensori, in grado di focalizzare la radiazione infrarossa, permettendo così un’analisi spettroscopica dei sistemi stellari in formazione. Ad esempio, gli scienziati hanno potuto osservare per la prima volta strutture in “contrazione gravitazionale”, che rappresentano  cioè la sorgente da cui una protostella, cioè una stella non ancora completamente formata, ricava la sua energia.  Un’altra scoperta interessante è stata rilevare in queste strutture un’enorme concentrazione di vapore acqueo, osservazione che ha aggiunto qualche tassello in più riguardo alla presenza di acqua nell’Universo.  Inoltre, Herschel ci ha permesso di gettare lo sguardo su galassie molto lontane dalla nostra, e sui loro processi di formazione stellare.

Un’enorme quantità di risultati a cui l’Italia con l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) e due tra le industrie italiane aerospaziali più importanti, la Carlo Gavazzi Space e la Galileo Avionica, ha contribuito in maniera preponderante nella costruzione di tutti e tre gli strumenti a bordo della missione.

Anche se Herschel termina ora la sua vita esplorativa però, l’enorme quantità di dati che ha raccolto forniranno nei prossimi anni ancora molto materiale su cui lavorare per nuove scoperte.

Trovate il link al comunciato stampa nell’INAF qui.

Crediti immagine: ESA

Condividi su
Cristina Da Rold
Giornalista freelance e consulente nell'ambito della comunicazione digitale. Soprattutto in rete e soprattutto data-driven. Lavoro per la maggior parte su temi legati a salute, sanità, epidemiologia con particolare attenzione ai determinanti sociali della salute, alla prevenzione e al mancato accesso alle cure. Dal 2015 sono consulente social media per l'Ufficio italiano dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.