JEKYLL – Scienza e tecnologia: quanto ne sanno i cittadini? Per rispondere a questa domanda, ogni anno il Pew Research Center conduce un’indagine su un campione rappresentativo di americani. Se siete curiosi, prima di continuare a leggere potete mettervi alla prova con le tredici domande a risposta multipla che compongono il quiz.
Secondo l’indagine, l’83% degli americani sa che gli occhiali da sole non servono a proteggere gli occhi dai raggi X, dagli infrarossi o dalle microonde, ma dai raggi ultravioletti. Il 65% risponde correttamente sulle nanotecnologie: hanno a che fare con cose estremamente piccole (e non grandi, calde o fredde). Meno della metà del campione invece sa che gli elettroni sono più piccoli degli atomi (47%).
Su questo punto cadono anche i nostri connazionali. Secondo i dati di Observa, più di un italiano su due (55%) pensa che l’elettrone sia più grande dell’atomo; inoltre, solo uno su due sa che il Sole è una stella e non un pianeta, e sei su dieci ignorano la funzione degli antibiotici.
Leggendo questi dati molti potrebbero cedere allo sconforto. Le persone sono veramente così ignoranti in materia di scienza? Prima di trarre questo tipo di conclusione vale però la pena fare una riflessione più approfondita.
È vero che sempre più spesso sorgono questioni di importanza politica e sociale riguardanti la scienza. Come elettori e consumatori, su questi temi dobbiamo formarci un’opinione, comprendere quali siano le opzioni disponibili e quali esiti possano avere le nostre scelte. Pensiamo alle biotecnologie, alla sicurezza alimentare, all’energia nucleare: cittadini male informati possono prendere decisioni che non soddisfano i loro stessi interessi.
Ma i questionari a risposta multipla sono in grado di misurare quest’aspetto? Fra gli studiosi che si occupano dei rapporti fra scienza e società, i critici rispetto all’approccio delle inchieste campionarie sono molti. Essendo avulse da un contesto reale, le domande non acquistano un significato rilevante per chi risponde. Quando invece le implicazioni sociali della tecnoscienza toccano da vicino i loro interessi, le persone sono in grado non solo di capire, ma anche di agire. Come dimostrano le associazioni che si battono per i diritti dei malati o i comitati contrari alla costruzione delle “grandi opere”, quando c’è un coinvolgimento personale gli individui acquisiscono velocemente i termini, i concetti e le procedure di lavoro della comunità scientifica di riferimento. E sono in grado, basandosi anche su forme di conoscenza alternative, di porre agli esperti richieste appropriate e dubbi fondati.
Prima di metterci le mani nei capelli, allora, dovremmo forse chiederci che cosa misurino in realtà queste indagini: la vera comprensione delle componenti critiche, problematiche e interdisciplinari della scienza, oppure i suoi aspetti nozionistici?
Crediti per la foto: Fergus Ray Murray / Flickr