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Sono aperte le scommesse

800px-Sea_ice_near_coast_of_Labrador_-aFUTURO – Da quando le banchise dell’Oceano artico si sono fuse di botto nel 2007, lasciando di stucco chi ne prevedeva un declino lento e maestoso, ogni estate lo Study in Environmental Arctic Change chiede anche ai dilettanti di indovinare l’estensione minima annua che verrà osservata in settembre.

A metà giugno, la media dei pronostici fatti dai 23 partecipanti al Sea Ice Outlook era di 4,1 milioni di km2 più/meno 0,3 milioni:

Figure 1. Distribution of individual Pan-Arctic Outlook values

(qui in formato ingrandibile a volontà).

Per chi vuol calcolare una tendenza statistica, questi sono i dati degli ultimi sette anni

  • 2005: 5,57 Mkm2
  • 2006: 5,92    ”
  • 2007: 4,30   ”
  • 2008: 4,73   ”
  • 2009: 5,39    ”
  • 2010: 4,93   ”
  • 2011: 4,63   ”
  • 2012: 3,61   ”

(Sbaglio o diminuisce anche la superficie occupata dalle cifre?) A chi vuole scommettere una pizza tra amici (1), offriamo pareri strettamente personali:

– il Canadian Ice Service, settima colonna da sinistra nel grafico, usa un’euristica prudente ma affidabile;

– a distanza di una settimana, il modello di Pamela Posey al Naval Research Lab – terza colonna, da destra – comincia a sovrastimare la superficie coperta, figurarsi a distanza di mesi;

– all’estrema destra, l’euristica “era glaciale imminente dal 1995 1998 ecc.” di Anthony Watts e Cole Shaw non ne azzecca mai una;

– il modello di Antoine Barthélémy attribuisce troppo potere ai venti e – come l’euristica del ten. col. Guido “NON è il caldo a governare il ghiaccio” Guidi – troppo poco alla temperatura;

– il modello di Met Office del Regno Unito sembra da sinistra extra-parlamentare, no?

La media della prossima tornata sarà pubblicata a metà luglio e i lettori potranno correggere le proprie previsioni. Nel frattempo neven è il blog giusto per aggiornarsi sui cicloni che sono iniziati prima del solito e “macinano” la banchisa. Nell’agosto 2012, l’han fatta a granita.

(1) Sui ghiacci marini dall’altra parte del pianeta, c’è poco da scommettere: l’aumento durante l’inverno antartico equivale a quello della fusione estiva e non cambia il clima globale.

Crediti immagine: Endlisnis, Wikimedia Commons

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