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Voyager 1 ha lasciato il Sistema Solare (?)

missionImage_topCRONACA – Il Voyager 1, una delle due sonde gemelle lanciate nel 1977 e progettate per l’esplorazione dei pianeti del Sistema Solare, potrebbe trovarsi ora nello spazio interstellare. Secondo un nuovo studio pubblicato sulla rivista The Astrophisical Journal Letters il limite sarebbe stato oltrepassato il 27 luglio 2012.

C’è un piccolo problema: gli scienziati non sono  del tutto concordi sulle caratteristiche di questo limite e di come questo verrebbe rilevato dagli strumenti rimasti operativi sulla sonda.

Sappiamo che il Sole, e con esso il Sistema Solare, si trova all’interno di una “bolla” nella quale “soffia” il vento solare, chiamata eliosfera. Il limite dell’eliosfera, cioè l’eliopausa, è anche il limite del Sistema Solare. Lì, stando al modello “classico”, il vento solare dovrebbe fermarsi, e il campo magnetico cambiare di direzione: si entrerebbe nel dominio del mezzo interstellare.

Ma all’avvicinarsi dell’eliopausa gli scienziati si resero conto che le cose erano più complicate: poco più di un anno fa il Voyager 1 rilevava una diminuzione del vento solare e un aumento di raggi cosmici, tuttavia il campo magnetico Solare risultava invariato. L’interpretazione fu che la sonda aveva trovato un’area prima sconosciuta dell’eliosfera, battezzata heliosheath depletion region, e quindi non aveva ancora lasciato il Sistema Solare.

Il nuovo modello afferma invece che quello era proprio il segnale definitivo. Tra eliosfera e mezzo interstellare la divisione sarebbe tutt’altro che netta, in particolare il cambiamento della direzione del campo magnetico verrebbe occultato dalla  riconnessione magnetica, fenomeno della fisica dei plasmi nel quale linee di campo di diversi campi magnetici si fondono tra loro. In parole povere, il campo magnetico rilevato non ha cambiato direzione perché è in continuità col campo magnetico interstellare.

La reazione ufficiale della NASA a questo studio è piuttosto diplomatica, puntualizza l’esistenza di diversi modelli in competizione ma non si sbilancia a favore di uno in particolare, prevedendo che la discussione tra gli scienziati continuerà.

CREDITI: NASA/JPL

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Stefano Dalla Casa
Giornalista e comunicatore scientifico, mi sono formato all’Università di Bologna e alla Sissa di Trieste. Scrivo abitualmente sull’Aula di Scienze Zanichelli, Wired.it, OggiScienza e collaboro con Pikaia, il portale italiano dell’evoluzione. Ho scritto col pilota di rover marziani Paolo Bellutta il libro di divulgazione "Autisti marziani" (Zanichelli, 2014). Su twitter sono @Radioprozac