RICERCA – Gli insetti sociali, in particolare quelli che vivono nei suoli, sono in costante contatto con parassiti batterici e fungini specializzati che riescono facilmente a proliferare all’interno dei nidi, data la densità della popolazione ospite. Ovviamente, nel corso dell’evoluzione gli insetti hanno elaborato diverse strategie per ridurre le infezioni, tra cui il mutualismo con alcuni batteri endosimbionti intestinali che combattono i parassiti patogeni.
Ma alcune specie, come la termite eusociale Coptotermes formosanus, di origine asiatica ma nota per essere un insetto infestante in quasi tutto il mondo, hanno messo a punto un’altra linea di difesa contro gli entomopatogeni. Un recente studio, pubblicato sulla rivista Proceedings of the Royal Society B, ha infatti mostrato che nei nidi sotterranei di questa specie proliferano diversi batteri in grado di respingere, o comunque limitare, gli attacchi di alcune specie di funghi deleteri per le termiti. In particolare, alcune specie batteriche del genere Streptomyces, gli stessi attinomiceti (Actinobacteria) da cui derivano diversi antibiotici come la streptomicina, trovano un ottimo terreno di crescita proprio nel materiale con cui sono costruiti i nidi: le deiezioni delle termiti mischiate a legno premasticato. In altre parole, le termiti si costruiscono in casa propria le difese contro i patogeni, concimandole con le proprie feci.
Oltre a mostrare la presenza dei batteri nelle impalcature dei nidi, lo studio dimostra un loro reale effetto antimicotico. I gruppi di termiti sperimentalmente infestati dal fungo Metarhizium anisopliae, tipico parassita degli insetti (questo il terribile effetto sugli ospiti), a cui vengono anche somministrati gli attinomiceti manifestano, infatti, una maggior sopravvivenza rispetto a quelli che non entrano in contatto con i batteri (grafico). La presenza di Streptomyces nel materiale di cui sono costruiti i nidi, concludono i ricercatori, riduce quindi la virulenza degli attacchi M. anisopliae e rappresenta un caso di mutualismo difensivo che limita il proliferare delle malattie nelle colonie della termite. Tale protezione chimica si aggiunge alle altre linee di difesa, sia comportamentali (ad esempio lo smaltimento dei cadaveri o il grooming) messe in atto da C. formosanus, che rendono assai difficoltosa la lotta biologica contro questa specie invasiva.
Crediti immagine: Photo by Scott Bauer, Wikimedia Commons