CRONACA

Come scegliere i biscotti? In base alla musica

9346328949_b1ee0c98db_cCRONACA – Siete al supermercato. Di fronte a voi, due confezioni di biscotti tra le quali non sapete scegliere. Una sullo scaffale più a sinistra, l’altra su quello più a destra. Vi piacciono entrambi allo stesso modo, e del prezzo non v’importa. All’improvviso, dalla vostra sinistra, sentite il messaggio che annuncia l’orario di chiusura del negozio. E subito la decisione è vostra: comprerete i biscotti a sinistra.

Cosa mai può legare la musica e i biscotti, o più in generale la musica e le vostre preferenze negli acquisti? Lo spiega uno studio pubblicato sul Journal of Consumer Research, condotto da Hao Shen della Chinese University of Hong Kong. Per molti consumatori, spiega infatti l’autore, è molto più facile “processare” un prodotto e acquisire una sorta di consapevolezza quando questo si trova sullo stesso lato dal quale proviene anche un segnale acustico.

In un primo studio, i ricercatori hanno sottoposto a un gruppo di consumatori le foto di due differenti stanze d’albergo, visualizzate sui due lati dello schermo di un computer. Alle foto hanno poi associato l’ascolto di un notiziario radio proveniente, in modo alternato, da speaker posti su entrambi i lati, confermando che per la maggior parte dei soggetti era immediata la scelta dell’hotel situato sullo stesso lato dello speaker che trasmetteva il bollettino.

In un altro studio simile i soggetti, posti di fronte a varie possibilità, dovevano scegliere da quale distributore automatico acquistare una bibita: anche in questo caso, la decisione di molti si è orientata verso quello dalla cui direzione proveniva anche il suono di un notiziario radio locale.
Non stupisce, in fondo, che se ascoltiamo una melodia piacevole sorga spontaneo farsi influenzare. Se il segnale acustico è invece qualcosa che desideriamo evitare, o che troviamo sgradevole come un rumore troppo forte o fastidioso, la faccenda si fa più complessa. In questo caso, come prima reazione le persone volgono l’attenzione verso il segnale sgradevole, per decifrarlo. Solo in seguito subentra invece la volontà di evitarlo, e l’interesse viene orientato nella direzione opposta, lontano dal suono.

In un’altra serie di studi, infatti, la musica sottoposta ai partecipanti allo studio non era solamente piacevole. I soggetti dovevano esaminare le foto di due diversi ristoranti mentre ascoltavano, in maniera alternata, una melodia sgradevole e una fastidiosa. Entrambe sono state suonate prima per un periodo molto breve, circa 20 secondi, poi per un minuto e mezzo, permettendo ai ricercatori di notare che solamente nel secondo caso la musica influenzava le scelte dei consumatori.

Crediti immagine: Nicola since 1972, Flickr

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Eleonora Degano

Eleonora Degano

Editor, traduttrice e giornalista freelance
Biologa ambientale, dal 2013 lavoro nella comunicazione della scienza. Oggi mi occupo soprattutto di salute mentale e animali; faccio parte della redazione di OggiScienza e traduco soprattutto per National Geographic e l'agenzia Loveurope and Partners di Londra. Ho conseguito il master in Giornalismo scientifico alla SISSA, Trieste, e il master in Disturbi dello spettro autistico dell'Università Niccolò Cusano. Nel 2017 è uscito per Mondadori il mio libro "Animali. Abilità uniche e condivise tra le specie".