AMBIENTE – Siamo alla conta dei danni, al bilancio di morti, feriti e dispersi e all’arrivo dei primi aiuti umanitari. Il tifone Haiyan ha colpito le Filippine il 7 novembre, con venti che viaggiavano oltre i 300 km/h, uccidendo oltre 3.600 persone (dato aggiornato al 15 novembre). Più di undici milioni di filippini sono rimasti coinvolti nel passaggio del tifone: molti di loro non hanno più una casa, cibo e acqua corrente.
Haiyan è stato classificato, per la sua intensità, nella categoria più alta della scala Saffir-Simpson. Livello 5, come l’uragano Katrina che colpì New Orleans nel 2005 causando 1.800 vittime.
Tifoni, uragani e cicloni tropicali, negli ultimi anni, sembrano avere una carica distruttiva sempre più forte. Si formano principalmente nella zona di convergenza equatoriale e colpiscono prevalentemente l’America centrale e l’Asia.
Gli esperti sostengono che il numero dei cicloni non è molto cambiato nel corso degli anni, ma sono molto più intensi e causano più danni. Basti pensare che il 70% degli eventi indicati nell’infografica, che visualizza il numero complessivo di uragani, tifoni, cicloni (con almeno 10 vittime o 100 feriti) dal 1900 a oggi, si è verificato negli ultimi 30 anni.
Colpa dei cambiamenti climatici e dell’aumento delle temperature? Molto probabile. Gli scienziati, però, non hanno ancora modelli teorici e dati certi per affermarlo senza alcun dubbio. Certo, diversi studi sottolineano come il riscaldamento del mare possa contribuire a rafforzare le tempeste tropicali. Anche se non è ancora dimostrata una connessione diretta tra cambiamenti climatici e sviluppo dei tifoni, quello che è evidente è che l’innalzamento delle temperature rafforza e rende più distruttivi questi eventi. Non è poco.