IL PARCO DELLE BUFALE – In ottobre, la Commissione per l’energia e i cambiamenti climatici del Parlamento britannico ha chiesto a chiunque lo volesse di rispondere a domande sull’affidabilità o meno della sintesi e del primo volume del V Rapporto IPCC. In dicembre ha pubblicato i compiti dei volontari.
Capita ai parlamentari di scaricare su altri il lavoro per i quale vengono retribuiti, di solito con maggior discrezione. Quelli britannici non hanno letto nemmeno la sintesi per decisori politici in cui avrebbero trovato 10 delle 12 riposte che cercavano. Due riguardano il programma energetico ed economico del governo sul quale forse conviene chiedere lumi ai rispettivi ministeri. Sono comunque arrivati 51 contributi i cui autori sono invitati a Londra tra un mese per illustrare di persona le proprie posizioni.
Hanno risposto all’appello gli enti di ricerca che già preparano per il governo documenti sul clima, l’energia e l’economia, dalla Royal Society al Met Office, passando dalla London School of Economics. La loro breve valutazione della valutazione fatta dall’IPCC è raccomandata agli eletti sfaticati di tutto il mondo. Gli altri commenti provengono da lobby del petrolio e del carbone e da cittadini britannici o meno. Rispetto ai commenti degli enti di ricerca, “non c’è partita”, dice il fisico Riccardo Reitano di Climalteranti, “è come mandare la squadra della scuola a giocare contro il Real Madrid”.
Per ora la squadra “scettica” riscaldamento globale antropogenico (AGW) batte quella scientifica 26 commenti a 24. Quindici sono di cittadini di varia formazione e nazionalità che non paiono aver letto né le domande né la sintesi. Gli altri sono più professionali. Li firmano la lobby canadese Friends of Science, lo statunitense N-IPCC Report, il Climate and Energy Forum scozzese, cinque opinionisti minori e tre star: Richard Lindzen dell’iperliberista Cato Institute, l’instancabile Christopher Monckton, terzo Visconte di Brenchley, che ricicla grafici falsificati e l’anti-femminista e anti-ambientalista canadese Donna Laframboise, dell’anti-tasse Frontier Center for Public Policy.
Susan Morrow, un’insegnante di scienza in pensione dall’inglese incerto, ne riassume bene i pareri:
L’IPCC è fatto al 100% da lobbisti/scienziati dell’AGW
Ci sono molti altri gruppi/scienziati del clima che si oppongono al 100%. Sono al 100% scettici. Il presunto consenso sull’AGW è una fallacia
Una vera visione del futuro del clima non sarà ottenuta finché i rapporti non incorporeranno i due lati del dibattito (ripetuto tre volte).
Dovete riconoscere che l’IPCC ha un 100% di pregiudizi, si occupa della sola scienza dell’AGW che non tiene abbastanza conto della variabilità naturale.
Fidarsi al 100% di simulazioni del clima al computer è preoccupante. Sono prodotti beta né collaudati né convalidati (ripetuto oltre).
Aggiunge con questo consiglio:
Se il Met Office vuole guidare la ricerca mondiale sul clima. Non ignorino né demoralizzino la ricerca alternativa.!.. Impieghino un pari numero di scettici.
Prima di sorridere, si noti che la par condicio auspicata dalla signora Morrow è già applicata in USA e in Italia dove meteorologi illustri ritengono che le nostre emissioni di CO2 atmosferica non producono un effetto serra il quale sempre che esista, si è fermato nel 1998.
Crediti immagine: Robert Rohde-Global-Warming Art/GNU