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Ma come ti lavi? Pro e contro del Sodium Lauryl Sulfate

457px-Foam_-_bigSPECIALE GENNAIO – Si fa un gran parlare circa la presunta o fondata pericolosità delle sostanze chimiche presenti nei nostri comuni prodotti da bagno, e fin troppo spesso si corre il rischio di alimentare una cattiva informazione a riguardo, basata sul sentito dire piuttosto che sul parere di medici specialisti. Dopo aver esaminato la questione dei parabeni, torniamo a incontrare la dottoressa Anna Belloni Fortina, dermatologa presso l’Azienda Ospedaliera dell’Università di Padova, questa volta per parlare di schiuma. La schiuma con cui ci piace riempire le nostre vasche da bagno e che viene prodotta grazie alla presenza di una sostanza nota come Sodium Lauryl Sulfate (SLS), più volte posto sotto i riflettori come dannoso per la nostra salute. Ma che cos’è il Sodium Lauryl Sulfate, e soprattutto in che termini può rivelarsi dannoso per la nostra pelle?

Aggressivo, non tossico

Il SLS è un detergente presente nei nostri bagnoschiuma, shampoo, saponi con lo scopo di eliminare i grassi presenti sulla superficie cutanea. La sua caratteristica visibile è appunto che una volta a contatto con l’acqua produce la caratteristica schiuma. “La prima cosa da precisare per fugare ogni dubbio – afferma la Belloni – è che il SLS non è una sostanza tossica per il nostro organismo. Il problema riguarda invece la sua azione potenzialmente infiammatoria causata dall’elevata aggressività di questo detergente.” In altre parole, il possibile danno per la nostra pelle derivato dall’utilizzo di prodotti contenenti SLS non comprende l’ambito della cancerogenicità, l’unico esito evidenziato è infatti un’attività infiammatoria per la cute, provocata dall’alterazione della barriera cutanea una volta che si è venuti a contatto con il prodotto.

Nessun processo immunologico scatenato

Come ci spiega la Belloni, utilizzare prodotti contenenti SLS ha dunque un’azione irritante sulla cute, anche se non dà problemi di allergie perché non scatena processi di carattere immunologico. “Tuttavia – prosegue la dottoressa – quest’azione irritante non è da sottovalutare. Non ci sono soggetti la cui pelle non viene irritata da questo tipo di detergenti, quello che cambia da persona a persona è la gravità dei suoi effetti infiammanti, entità che dipende da due fattori: la concentrazione della sostanza stessa e il tipo di pelle su cui viene applicata.” Il SLS dunque ha un’azione aggressiva su qualsiasi cute, quello che varia è il tipo di irritazione. Anche basse concentrazioni di questa sostanza infatti alterano la cosiddetta barriera cutanea, che è lo strato più esterno dell’epidermide, la parte superficiale della cute, ed è proprio questa alterazione a provocare le irritazioni. “L’utilizzo di questi prodotti dunque – prosegue la Belloni – proprio per la loro aggressività è consigliabile sia moderato, uno o due volte alla settimana, in modo che la barriera cutanea abbia il tempo di ricostruirsi. Una cute alterata infatti può permettere alle sostanze tossiche di entrare nella nostra pelle e al contempo impedire  la normale fuoriuscita di acqua dal nostro organismo.”

Sodium Lauryn vs Sodium Laureth: facciamo chiarezza

Spesso il SLS si accompagna nei nostri prodotti cosmetici a una lunga lista di altre sostanze dal nome simile e che spesso vengono confuse l’una con l’altra. Questo è il caso del Sodium Laureth Sulfate (SLES) un altro detergente che però è molto meno aggressivo del SLS. “Una maggiore pericolosità del SLS come potenziale irritante per la nostra pelle è da considerarsi nel momento in cui questa sostanza si trova da sola nel prodotto, cioè quando non è accompagnata da altre sostanze simili, come appunto il SLES, che grazie a particolari processi biochimici, ne mitigano l’aggressività.” In altre parole, spiega la dottoressa, se si vuol fissare un parametro da tenere in considerazione per valutare il potenziale irritante del Sodium Lauryl Sulfate, è preferibile evitare quei prodotti in cui il detergente compare da solo, senza altre sostanze che ne sfumano l’aggressività.

Saponi liquidi o saponette, è la schiuma che fa la differenza

Un ultimo aspetto di cui si sente spesso parlare è la diatriba tra l’uso dei saponi liquidi e delle tradizionali saponette. “Non esiste alcuna differenza – spiega la Belloni – tra le saponette e i saponi liquidi poiché entrambe possono contenere le medesime  sostanze chimiche; ancora una volta ciò che fa la differenza sono le concentrazioni di queste sostanze, cioè in soldoni quanta schiuma producono a contatto con l’acqua”. Produrre molta schiuma, conclude la dottoressa, indica infatti la presenza di un’alta concentrazione di SLS nel prodotto, sia esso una saponetta o sapone liquido, e quindi di una maggior aggressività nell’eliminare le molecole di grasso dalla nostra pelle.

Crediti immagine: André Karwath aka, Wikimedia Commons

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Cristina Da Rold
Giornalista freelance e consulente nell'ambito della comunicazione digitale. Soprattutto in rete e soprattutto data-driven. Lavoro per la maggior parte su temi legati a salute, sanità, epidemiologia con particolare attenzione ai determinanti sociali della salute, alla prevenzione e al mancato accesso alle cure. Dal 2015 sono consulente social media per l'Ufficio italiano dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.