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Quando cureremo l’acne coi batteri

Staphylococcus aureau Magnification 20,000SALUTE – I batteri che sono in grado di metabolizzare l’ammoniaca, una delle componenti principali del sudore, potrebbero migliorare le condizioni di salute della pelle umana e perché no, forse un giorno diventare la nuova frontiera per il trattamento delle malattie dermatologiche come l’acne. Lo ha scoperto una recente ricerca, in cui un gruppo di volontari che ha provato i batteri sul proprio viso è stato confrontato con un gruppo di controllo trattato con placebo. I risultati sono stati presentati di recente alla 5a edizione della ASM Conference on Beneficial Microbes di Washington, DC.

Questi batteri che ossidano l’ammoniaca (ammonia-oxidizing bacteria, AOB) si trovano sia nel suolo che nell’acqua e sono componenti fondamentali del ciclo dell’azoto e dei processi di nitrificazione ambientali. I ricercatori hanno ipotizzato che potessero svolgere un ruolo anche nell’ambito della pelle umana, in quanto i prodotti dell’ossidazione dell’ammoniaca partecipano alle funzioni fisiologiche come l’infiammazione, il rilassamento dei vasi sanguigni e la guarigione delle ferite. Consumando l’ammoniaca, secondo gli scienziati era dunque probabile che gli AOB fossero anche in grado di migliorare le condizioni del micro-ambiente della pelle, abbassando il pH.

Il team ha perciò utilizzato un ceppo di Nitrosomonas eutropha isolato a partire da campioni di suolo; coinvolti 24 volontari, a una prima metà è stata applicata una sospensione di batteri vivi sul viso e sul cuoio capelluto, mentre gli altri hanno ricevuto un placebo. Gli effetti sono stati monitorati per tre settimane; durante le prime due nessuna delle persone che partecipavano allo studio poteva utilizzare i propri prodotti personali per l’igiene.

Trascorse le tre settimane, i volontari che avevano ricevuto la sospensione batterica mostravano evidenti tracce di AOB in oltre il 50% dei tamponi esaminati, e hanno confermato di aver notato dei miglioramenti sostanziali nelle condizioni della loro pelle. Per gli altri invece (il gruppo placebo) la situazione era rimasta praticamente la stessa di prima dell’applicazione. Come hanno confermato i ricercatori, nel periodo di studio sono stati osservati solamente benefici, e nessun effetto indesiderato conseguente l’applicazione dei batteri. “La ricerca ha mostrato che i batteri Nitrosomonas eutropha vivi sono ben tollerati e potrebbero rappresentare una possibilità valida come agente nuovo, auto-regolante e locale per il trasporto di nitriti e ossido d’azoto sulla pelle umana”, spiega Larry Weiss, tra gli autori. “Il prossimo passo sarà condurre trial clinici per stabilire il potenziale terapeutico degli AOB su pazienti con acne o ulcere diabetiche”.

Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   
Crediti immagine: NIAID, Flickr

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Eleonora Degano

Eleonora Degano

Editor, traduttrice e giornalista freelance
Biologa ambientale, dal 2013 lavoro nella comunicazione della scienza. Oggi mi occupo soprattutto di salute mentale e animali; faccio parte della redazione di OggiScienza e traduco soprattutto per National Geographic e l'agenzia Loveurope and Partners di Londra. Ho conseguito il master in Giornalismo scientifico alla SISSA, Trieste, e il master in Disturbi dello spettro autistico dell'Università Niccolò Cusano. Nel 2017 è uscito per Mondadori il mio libro "Animali. Abilità uniche e condivise tra le specie".