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Contro lo spreco alimentare: la Consulta organizzata dal ministero dell’Ambiente

GI_Market_food_wasteCRONACA – Protagonista è il cibo, ma per questa volta non parliamo di Buona Tavola. Sono la prevenzione dello spreco alimentare e la riduzione dei rifiuti i soggetti principali, e hanno portato alla costituzione di una Consulta nazionale con l’approvazione e il sostegno del ex ministro dell’Ambiente Andrea Orlando. L’assemblea ha coinvolto  enti, associazioni, organizzazioni e imprese con lo scopo di elaborare proposte e buone pratiche per ridurre gli sprechi di cibo.

A volere la Consulta è stato il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando, che ha visto la necessità di allestire  un piano nazionale contro lo spreco alimentare (Pinpas).  Andrea Segrè,  fondatore e presidente di Last Minute Market, è invece il coordinatore dell’assemblea che si è riunita la prima volta il 5 febbraio scorso.

“Il vantaggio di istituire una Consulta a livello nazionale è quello di dare maggior forza alle tante iniziative nate a livello locale, creando una rete più capillare e più collaborazioni tra enti e associazioni. Inoltre l’iniziativa coordinata dal ministero darà all’Italia maggiore visibilità a livello europeo”. Così Vincenzo Balzani, ricercatore dell’università di Bologna e membro della task force anti-spreco del ministro Orlando, ha commentato la prima assemblea della Consulta.

Il primo frutto della riunione è stata l’istituzione della giornata nazionale contro lo spreco alimentare, che è stata celebrata per la prima volta il 5 febbraio in concomitanza con l’assemblea. La giornata risponde alle linee guida fissate dal  Protocollo mondiale contro lo spreco del World Resource Institute. “La creazione di questa giornata rappresenta un primo seme gettato per la diffusione di una cultura sempre più attenta agli sprechi alimentari”, ha aggiunto Balzani.

La Consulta ha fissato come prossima tappa la presentazione del piano nazionale di prevenzione dello spreco (Pinpas), entro aprile 2014. La speranza è quella che il nuovo ministro all’ambiente voglia portare avanti il discorso iniziato. Infatti l’incontro tenutosi a livello nazionale ha dato voce a diverse istituzioni, enti e rappresentanze e ha prodotto rapporti ufficiali, che potrebbero essere vagliati in modo attento nel corso di questi mesi. L’ambizione del Pinpas sarebbe quella di produrre soluzioni concrete ed efficaci in termini di riduzione alla fonte della quantità di cibo che finisce tra i rifiuti.

La Consulta infine vorrebbe inserirsi nel filone di iniziative che hanno come obiettivo l’Expo2015 di Milano, il cui tema sarà proprio la disponibilità del cibo.

La necessità di istituire un’iniziativa di questo tipo balza agli occhi se si analizzano alcuni numeri. Secondo i monitoraggi di Last Minute Market, in un anno si potrebbero recuperare in Italia 1,2 milioni di tonnellate di derrate che rimangono sui campi, oltre 2 milioni di tonnellate di cibo dall’industria agro-alimentare e più di 300mila tonnellate dalla distribuzione.

Ma anche noi, con le nostre abitudini quotidiane, siamo responsabili dello spreco di risorse alimentari. Secondo l’Osservatorio di Waste Watch, nelle nostre case gettiamo 200 grammi di cibo a settimana, che corrispondono a 10 kg in un anno. Evitando gli sprechi, il risparmio stimato ammonterebbe a 8,7 miliardi di euro. Sempre lo stesso Osservatorio ha  stilato una classifica delle frasi più usate dagli italiani per giustificare il proprio spreco di cibo:

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Ma la filiera alimentare non genera solo rifiuti: in Europa produrre cibo significa anche consumare il 28% delle risorse materiali, e contribuire alla generazione del 17% dei gas serra. A tal proposito Balzani ha evidenziato che non è solo importante il “quanto”, ma anche il “come” mangiamo. Ad esempio un’alimentazione troppo ricca di carne porta a un maggior spreco di risorse. La produzione di 1 kg di carne rispetto a 1 Kg di grano, porta a un consumo di suolo 7 volte più grande, di acqua 10 volte superiore e di combustibile fossile 50 volte maggiore.

Oltre agli sprechi e ai costi, occorre anche tener conto che sono circa 1  miliardo le persone che fanno la fame a livello mondiale. E le cose non miglioreranno se continueremo a mantenere questo tenore di spreco alimentare: come ha sottolineato Balzani, la popolazione continuerà a crescere nei prossimi decenni.
C’è dunque l’urgenza di una corretta educazione dei cittadini e delle giovani generazioni, per rendere sostenibile per tutti la vita su questo pianeta.

Crediti immagine: Taz, Wikimedia Commons

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Giulia Annovi
Mi occupo di scienza e innovazione, con un occhio speciale ai dati, al mondo della ricerca e all'uso dei social media in ambito accademico e sanitario. Sono interessata alla salute, all'ambiente e, nel mondo microscopico, alle proteine.