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Le moderne origini del “farò poi”

2743877537_2f5a3c7d02_oRICERCA – Rassegnatevi, chi ne ha una le ha tutte. Se siete impulsivi, sappiate che con buona probabilità siete affetti anche da tendenza a procrastinare e da quella fastidiosa incapacità di pianificare efficacemente il lavoro per raggiungere un obiettivo; le tre vanno a braccetto, dal punto di vista evoluzionistico e genetico. Lo raccontano i ricercatori dell’University of Colorado Boulder guidati da Daniel Gustavson, nell’articolo pubblicato sulla rivista Psychological Science.

Già precedenti studi avevano ipotizzato una relazione profonda fra impulsività e tendenza a procrastinare, nonostante le due tendenze, quella del tutto subito e senza pensare e quella del “farò domani”, sembrino essere in apparente contraddizione. Ma se per l’impulsività l’origine è chiara e va ricercata in un adattamento evolutivo vincente nel periodo caccia e raccolta, quali potrebbero essere le origini della procrastinazione? Quali sono i fattori che rendono alcuni di noi più soggetti a questa tendenza? Quali i fattori cognitivi, biologici e genetici che lo determinano? Queste le domande che Daniel Gustavson e il suo team si sono posti nello studio.

L’impulsività sembra un tratto ormai completamente anacronistico: poteva essere utile nelle società di cacciatori raccoglitori in cui le scelte e le necessità andavano soddisfatte di ora in ora, il più in fretta possibile. Ma nel nostro mondo, fatto di programmi a lungo termine e di organizzazione metodica per iniziare oggi quel che finiremo fra dieci anni, cosa ce ne facciamo più dell’impulsività?! Questi tratti, sostengono i ricercatori, oggi possono rivelarsi dannosi e risultare invalidanti, da qui l’interesse ad approfondire la conoscenza delle loro origini. L’impulsività, nata alle origini della società umana, si è evoluta nel tempo e nonostante oggi sia apparentemente obsoleta rimane ben radicata nel nostro substrato genetico, comportamentale. Questo farebbe sì che, nonostante la vita richieda oggi di soddisfare obiettivi lontani, la nostra mente sia in continuazione distratta da necessità immediate che portano a procrastinare il lavoro pianificato. In altre parole la procrastinazione sarebbe un comportamento evolutivo sviluppatosi in funzione della discrepanza fra le richieste del nostro moderno vivere e le nostre antiche origini adattative.

Tre quindi le principali questioni analizzate nella ricerca: la procrastinazione ha una base genetica? In caso affermativo, al pari dell’impulsività, dev’essere ereditabile. La tendenza a procrastinare è un sottoprodotto dell’impulsività? In questo caso le influenze genetiche che determinano l’una dovrebbero sovrapporsi a quelle che determinano l’altra. Ed esiste una relazione fra impulsività, tendenza a procrastinare e incapacità di organizzarsi per raggiungere degli obiettivi?

Per l’analisi sono state utilizzate diverse scale di valutazione, specifiche per i parametri in esame, testate fondamentalmente attraverso la somministrazione di questionari ai componenti di 347 coppie di gemelli omozigoti e eterozigoti. I gemelli omozigoti condividono il 100% dei propri geni e hanno comportamento molto simile a differenza dei gemelli eterozigoti che, analogamente agli altri fratelli, condividono il 50% dei propri geni e hanno comportamenti maggiormente differenziati. Queste caratteristiche rendono i gemelli il perfetto campione per testare le influenze genetiche e ambientali sul comportamento.

I risultati emersi dall’analisi hanno dimostrato che la tendenza a procrastinare mostra un notevole contenuto genetico, inoltre non ci sono variazioni genetiche legate unicamente alla procrastinazione o all’impulsività ma sono fondamentalmente sovrapposte. Queste variazioni sono allo stesso tempo legate all’incapacità di raggiungere gli obiettivi.

Studi come questo, dicono i ricercatori, possono essere basi utili per mettere a punto strategie e strumenti in grado di aiutare chi mostra più marcatamente queste caratteristiche, fa difficoltà a raggiungere i propri obiettivi a lungo termine e si trova in difficoltà nell’organizzazione quotidiana.

Impulsivi, son finiti i tempi d’oro! Ci vogliono nuovi adattamenti. Ma, come sottolineano i ricercatori, con equilibrio, ricordando che anche pensare troppo al futuro è pericoloso, perché distoglie dal presente.

Crediti immagine: Nick, Flickr

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Anna Sustersic
Mi occupo di comunicazione scientifica legata principalmente a temi di conservazione della natura e attualmente collaboro in Tanzania con PAMS Foundation sviluppando un progetto dedicato all’uso della comunicazione per la promozione della coesistenza fra uomo a fauna selvatica. Dopo il dottorato in Scienze ambientali, ho ho conseguito un master in comunicazione della scienza presso la SISSA di Trieste con una tesi sulla sensibilizzazione dei giovani alle tematiche scientifiche. Ho lavorato come educatore ambientale presso diverse aree protette. Successivamente mi sono interessata alla scrittura come mezzo per la divulgazione scientifica legata a temi naturalistici/conservazionistici. In quest’ambito sono stata collaboratrice e consulente presso musei scientifici, testate giornalistiche nazionali e internazionali, aree protette, case editrici scolastiche e Istituzioni trattando temi legati alla natura e alla sua tutela. Ho scritto diversi libri e guide per sensibilizzare e divulgare temi legati all’ambiente e la sua tutela: "L’anima Perduta delle Montagne" (Idea Montagna – 2019) e, con Filippo Zibordi, "Sulla Via dell’orso. Un racconto Trentino di uomini e natura" (Idea Montagna, 2016) e "Parco Adamello Brenta – Geopark" (PNAB – 2018).