SCOPERTE

Sacrificare una persona per salvarne cinque? Dipende dalla lingua

lingueSCOPERTE – Di fronte a una scelta di tipo morale, la decisione che prendete potrebbe essere dettata dal fatto che stiate parlando nella vostra lingua madre oppure in una lingua straniera. Un nuovo studio condotto da un team di psicologi ha infatti scoperto che quando utilizziamo un’altra lingua adottiamo anche un approccio più utilitaristico, specialmente quando l’oggetto di discussione è una tematica morale. Tenderemo dunque a preferire ciò che è meglio per il bene comune piuttosto che agire perseguendo fini egoistici, sacrificando per esempio una persona se questo porta, come conseguenza, il bene di altre cinque.

Secondo i ricercatori dell’Università di Chicago e dell’Università Pompeu Fabra di Barcellona, che hanno pubblicato lo studio su PLoS ONE, parlare una lingua straniera provoca una ridotta risposta emotiva. Entra così in gioco una distanza psicologica dalle preoccupazioni che normalmente ci assalirebbero di fronte a decisioni di tipo morale, e diminuisce il timore di subire perdite. “Questa scoperta ha importanti conseguenze per il nostro mondo globalizzato, in quanto molte persone si trovano a dover fare scelte di questo tipo in più lingue diverse”, commenta Boaz Keysar, uno degli autori. “Le più concrete implicazioni a livello mondiale potrebbero riguardare gli stranieri che operano come membri della giuria in un processo, e che in base alla lingua utilizzata potrebbero scegliere in modo diverso”.

Non si tratta tuttavia di una novità al 100%, in quanto precedenti studi di entrambi i team coinvolti avevano già individuato un effetto simile in relazione alle decisioni di tipo economico. I partecipanti alla ricerca sono stati posti di fronte a un dilemma di tipo emotivo: dovevano immaginare di essere su una banchina del tram, con una vettura in arrivo che sta per uccidere cinque persone. L’unico modo per salvarle è spingere sul binario un’altra persona, che farebbe fermare il treno: bisogna dunque scegliere se sacrificare attivamente un individuo solo oppure cinque per inerzia.

I ricercatori hanno raccolto i dati di 725 persone provenienti dagli Stati Uniti, dalla Spagna, dalla Corea, dalla Francia e da Israele, ognuna delle quali era almeno bilingue. In tutti i casi, la maggior parte dei partecipanti prendeva la decisione più utilitaristica, salvando dunque le cinque persone quando il dilemma veniva loro presentato in una lingua straniera piuttosto che in quella nativa. Anche randomizzando i gruppi linguistici, spiega Alberto Costa, uno degli autori, “quelli che utilizzavano una lingua straniera avevano il doppio delle probabilità di rispondere usando l’approccio volto al bene comune, per salvare più persone”.

Il secondo scenario sottoposto ai partecipanti era, in un certo senso, meno emotivo: in questo caso potevano scegliere se lasciare che il tram colpisse le cinque persone o dirottarlo, con una leva, su un altro binario dove ne avrebbe uccisa solamente una. L’approccio utilitaristico si è dimostrato ancora più diffuso, a prescindere in questo caso dalla lingua parlata, in quanto l’utilizzo della leva piuttosto che spingere una persona sui binari veniva percepito come un’azione meno impegnativa emotivamente. Più dell’80% dei partecipanti ha preferto deviare il tram, mantenendo alta questa percentuale sia quando rispondeva nella lingua madre sia in quella straniera.

Come spiega uno dei co-autori, Sayuri Hayakawa, “la lingua madre si impara da bambini, ed è parte della famiglia e della cultura. Quelle straniere vengono spesso apprese in ambienti meno emotivi come una classe, e con sforzi maggiori. Il contenuto emozionale, dunque, si perde nella traduzione”.

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Eleonora Degano

Eleonora Degano

Editor, traduttrice e giornalista freelance
Biologa ambientale, dal 2013 lavoro nella comunicazione della scienza. Oggi mi occupo soprattutto di salute mentale e animali; faccio parte della redazione di OggiScienza e traduco soprattutto per National Geographic e l'agenzia Loveurope and Partners di Londra. Ho conseguito il master in Giornalismo scientifico alla SISSA, Trieste, e il master in Disturbi dello spettro autistico dell'Università Niccolò Cusano. Nel 2017 è uscito per Mondadori il mio libro "Animali. Abilità uniche e condivise tra le specie".