EVENTI – In Italia sono circa 500.000 le donne che hanno ricevuto una diagnosi di carcinoma mammario, e alcune di quelle con malattia in stadio iniziale sono destinate a sviluppare una forma avanzata del tumore. A queste persone è dedicata la campagna nazionale “Tutta la vita che c’è”, per dare voce alle esigenze delle pazienti e richiamare l’attenzione delle istituzioni, dei media e dell’opinione pubblica sull’impatto della patologia anche dal punto di vista sociale e psicologico. La campagna italiana è promossa dalla onlus Salute Donna e da ANDOS, Associazione Nazionale Donne Operate al Seno.
Le donne che combattono contro il tumore al seno in fase avanzata sono migliaia in tutta Europa, ma grazie agli ultimi progressi della ricerca nelle terapie hanno visto aumentare la qualità e l’aspettativa di vita. La campagna italiana “Tutta la vita che” c’è si ricollega infatti al progetto di awareness paneuropea Her(e) and Now, promosso in tutto il continente con il contributo di Novartis Oncology per migliorare il livello di assistenza e di supporto dedicato alle pazienti. Come spiega Flori Degrassi, presidente di ANDOS, l’obiettivo prioritario degli incontri è portare alla luce la problematica del carcinoma mammario avanzato, trasformando l’esperienza di ogni donna in un prezioso contributo che sia di sostegno alle altre e permettendole di avere accesso alle informazioni, anche al di fuori delle visite ambulatoriali.
È previsto un ciclo di incontri nei quali le pazienti potranno confrontarsi con gli specialisti del settore sulla loro condizione, condividendo la propria esperienza e la quotidianità della malattia. “Le statistiche ci dicono che il numero delle donne che convivono a lungo con un tumore al seno in fase avanzata è destinato per fortuna a crescere nei prossimi anni”, spiega Annamaria Mancuso, presidente di Salute Donna onlus. “Le prospettive per le donne colpite da questa patologia stanno cambiando, ma è necessario che le pazienti vedano seriamente riconosciuti i loro bisogni e i loro diritti. Vorremmo che i media e l’opinione pubblica cominciassero a parlare di tumore al seno avanzato senza paura e che le donne affrontassero la propria condizione senza timore di subire emarginazione lavorativa o sociale”.
Negli ultimi anni le prospettive per le pazienti sono molto migliorate grazie alla conoscenza dei meccanismi molecolari alla base delle diverse forme di tumore alla mammella: questo permette di intervenire con terapie mirate, che agiscono contro bersagli molecolari specifici. Secondo i dati dell’istituto di ricerca Insight Research Group nell’ambito della campagna Her(e) and Now, circa il 63% delle donne ritiene che nessuno capisca davvero cosa significa vivere la patologia, e il 58% delle pazienti testimonia episodi di depressione, ansia e stress. Quasi una donna su due ritiene che la propria condizione venga percepita negativamente da parte della società, nella quale non si sente integrata, anzi, trattata sempre come paziente e mai come persona.
La campagna “Tutta la vita che c’è” ha già preso il via in alcune città italiane: i primi incontri si sono svolti a Firenze, Torino e Napoli, mentre il prossimo appuntamento si svolgerà a L’Aquila il 16 maggio, a partire dalle 15.30 presso l’hotel La Dimora del Baco, località Centi Colella.