LA VOCE DEL MASTER – Il 20 maggio saranno trascorsi due anni dal terremoto che ha colpito l’Emilia nel 2012. Quel giorno, pochi minuti dopo le 4 del mattino, nei territori delle province di Modena, Ferrara, Mantova, Reggio Emilia, Bologna e Rovigo si avvertirono due forti scosse che, insieme a quelle che si susseguirono fino alla fine del mese di maggio, causarono la morte di 27 persone, oltre a ingenti danni a palazzi storici, aziende agricole e fabbriche.
In Emilia, due anni dopo, si lavora non solo per ricostruire ma anche per monitorare le condizioni delle infrastrutture e degli edifici presenti su tutto il territorio colpito nel 2012. La Protezione Civile ha incaricato a questo scopo la fondazione EUCENTRE (Centro Europeo di Formazione e Ricerca in Ingegneria Sismica) di avviare una raccolta di dati per avere una panoramica della situazione attuale di infrastrutture ed edifici in territorio emiliano. «Il Dipartimento della Protezione Civile è tra i soci fondatori di EUCENTRE» spiega Fabio Germagnoli, direttore operativo della fondazione nella sede di Pavia. «Ogni anno vengono stanziati ingenti fondi per l’attività di reperimento di dati sul territorio nazionale, e EUCENTRE è il centro di riferimento della Protezione Civile per questo genere di attività di monitoraggio».
Già nel periodo immediatamente successivo alle prime scosse di terremoto in Emilia, è partito da Pavia un gruppo di esperti in ingegneria sismica per affiancare la Protezione Civile nella gestione dell’emergenza e iniziare una prima campagna di raccolta dati sul territorio. «Quando si verifica un terremoto, noi dopo al massimo ventiquattro ore siamo sul posto», dice Roberto Nascimbene, ricercatore presso EUCENTRE. I dati che si raccolgono durante e subito dopo l’emergenza riguardano i danni strutturali subiti dagli edifici, e gli esiti delle valutazioni di agibilità. È Barbara Borzi a coordinare le attività di raccolta dati presso EUCENTRE: «Il risultato di questo lavoro sono delle mappe dettagliate che illustrano la distribuzione dei danni sul territorio e distinguono tra edifici agibili o meno, riportandone lo stato di degradazione conseguente alle scosse».
La raccolta e l’elaborazione dei dati di sicurezza sismica sul territorio nazionale sono tuttavia solo una parte delle attività della fondazione pavese. Il centro infatti si occupa anche di alta formazione e ricerca in ingegneria sismica. «Vogliamo rispondere all’esigenza di creare in Italia una cultura del rischio, in tutte le sue declinazioni» afferma Germagnoli. Accanto ai corsi di dottorato e perfezionamento, ogni anno vengono attivati dei corsi brevi destinati a professionisti pubblici e privati. A questi corsi partecipa anche il personale comunale addetto alla gestione dell’emergenza nei primi momenti dopo un evento sismico. «È di fondamentale importanza che i tecnici comunali che si trovano ad affrontare un’emergenza sismica siano adeguatamente preparati, a partire dalle procedure fondamentali che devono eseguire» spiega Nascimbene, che si occupa dei corsi di formazione. «Una volta in emergenza mi è successo di chiedere quali e dove fossero gli edifici strategici, dai quali normalmente si comincia il lavoro di valutazione dei danni… e mi hanno mandato nello spogliatoio dello stadio. Per evitare che situazioni come questa si ripetano, EUCENTRE si impegna per offrire corsi di formazione qualificanti, per rendere il sistema di gestione delle emergenze sismiche sempre più efficiente a tutti i livelli».
Il cuore dell’attività di ricerca presso la sede di EUCENTRE è il laboratorio, nel quale si sottopongono a terremoti simulati le strutture da studiare: si può trattare di intere costruzioni in cemento armato o di elementi strutturali come piloni di ponti, che vengono sottoposti a sollecitazioni di vario tipo, per migliorare sempre più la sicurezza degli edifici e delle infrastrutture che si vanno a progettare e costruire. «Buona parte dei progetti di ricerca a cui aderiamo prevedono una parte sperimentale», spiega Simone Peloso, ricercatore presso il laboratorio della fondazione. I risultati che si ottengono servono tra l’altro per migliorare sempre più gli strumenti di calcolo e le simulazioni numeriche che permettono di prevedere la risposta di una certa struttura alle scosse sismiche. Il lavoro di ricerca sperimentale è importante anche per migliorare sempre più la qualità degli interventi in emergenza sui territori colpiti dai terremoti: grazie alle simulazioni in laboratorio è possibile validare e perfezionare gli strumenti di calcolo in versioni semplificate. Per elaborare i dati, queste richiedono un tempo minore rispetto alle versioni complete, e si possono usare anche in caso di emergenza. «A volte può essere importante» conclude Peloso «poter dare una valutazione quantitativa – oltre che qualitativa – dello stato di degrado degli edifici, e della loro vulnerabilità in caso di ulteriori scosse».
Crediti per le fotografie: Giulia Urbinati. Le immagini del sistema WebGIS sono state gentilmente fornite dalla fondazione EUCENTRE
Ti è piaciuto questo post? Segnalalo per il premio “miglior articolo o post del 2014“ dei Macchianera Awards! Ricordati di scegliere la categoria Sotto42: mia14bestpost! Per saperne di più.