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Se la bottiglia si scalda, aumentano BPA e antimonio

14198404971_50574d61e3_cSALUTE- Si ritorna a parlare di bisfenolo A: in un recente studio pubblicato sulla rivista Environmental Pollution, i ricercatori sconsigliano di bere abitualmente l’acqua dalle bottiglie di plastica rimaste in un ambiente caldo troppo a lungo. Dopo aver esaminato 16 diverse marche di acqua in bottiglia, conservate in un ambiente a 70°C per circa quattro settimane, hanno infatti scoperto che i livelli di BPA e antimonio erano aumentati.

Le bottiglie di plastica sono fatte di polietilene tereftalato, e sebbene la U.S. Food and Drug Administration abbia rassicurato sulla pericolosità del BPA, le ricerche per indagarne l’impatto chimico continuano. Alcuni esperti infatti, tra i quali scienziati della Mayo Clinic, sostengono che tale composto possa avere effetti negativi sulla salute dei bambini (avevamo parlato qui del BPA, e qui delle altre sostanze da tenere d’occhio). L’antimonio è invece considerato cancerogeno dall’International Agency for Research on Cancer, IARC, organismo internazionale che fa parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Lena Ma, tra gli autori della ricerca, ha impostato le indagini predisponendo il peggior scenario possibile in cui potrebbe trovarsi una bottiglietta di plastica. Dei 16 marchi osservati, solamente uno ha superato i livelli massimi consentiti dall’EPA, l’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente degli Stati Uniti; per quanto riguarda gli altri, secondo Ma saranno necessarie ulteriori ricerche. Ma non è consigliato prendere la questione alla leggera, sebbene nei casi in questione si rimanga ancora entro i limiti consentiti: “se l’acqua rimane al caldo troppo a lungo, la situazione può diventare preoccupante”, per esempio lasciando le bottiglie in un garage caldo per mesi.

Uno dei fattori da considerare, spiega l’autrice, è quello culturale. I cinesi hanno infatti scarsa fiducia nell’acqua del rubinetto, il che fa in modo che spesso lascino le bottiglie nell’auto per intere settimane, e facciano scorta di casse d’acqua da lasciare in garage. Se bere l’acqua conservata in questo modo non è un problema quando fatto occasionalmente, è sconsigliabile farla diventare un’abitudine. “Bisognerebbe dedicare più attenzione anche ad altre bevande la cui bottiglia è fatta di polietiliene tereftalato”, spiega Ma. “Per esempio il latte, il caffé e i succhi di frutta acidi. Per ora abbiamo indagato solamente l’acqua. Ma se si tratta di un succo acido, la questione potrebbe essere diversa”.

Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   
Crediti immagine: nauticalnancy – sailing OZ, Flickr

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Eleonora Degano

Eleonora Degano

Editor, traduttrice e giornalista freelance
Biologa ambientale, dal 2013 lavoro nella comunicazione della scienza. Oggi mi occupo soprattutto di salute mentale e animali; faccio parte della redazione di OggiScienza e traduco soprattutto per National Geographic e l'agenzia Loveurope and Partners di Londra. Ho conseguito il master in Giornalismo scientifico alla SISSA, Trieste, e il master in Disturbi dello spettro autistico dell'Università Niccolò Cusano. Nel 2017 è uscito per Mondadori il mio libro "Animali. Abilità uniche e condivise tra le specie".