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Le più grandi paure degli americani

Basso livello di istruzione e troppa tv: è l'identikit del cittadino spaventato. Che ha ben chiari i suoi timori ma non si organizza per far fronte alle emergenze

13297674175_669d6e8bb5_zRICERCA – Camminare da soli di notte, subire un furto d’identità, non essere sicuri nell’utilizzo di internet, essere coinvolti in una sparatoria, parlare in pubblico. Sono queste le cinque paure più grandi dei cittadini americani secondo un ampio sondaggio della Chapman University, il Chapman Survey on American Fears, che d’ora in poi verrà ripetuto ogni anno.

Sono quattro le principali aree della paura considerate dai ricercatori: paure personali, crimine, disastri naturali, fattori di rischio. L’obiettivo, annuale, sarà determinare quale di questi diventa preponderante con il passare del tempo, e quali timori invece si faranno meno centrali. Altri elementi che sembrano preoccupare molto gli americani, in termini di paure personali, basandosi sul questionario compilato da 1.500 partecipanti sono:

  • furto di identità su internet
  • sorveglianza aziendale sulla propria attività online
  • povertà (finire i soldi a disposizione)
  • sorveglianza del governo sulla propria attività online
  • ammalarsi.

Passando all’ambito della criminalità, il team di scienziati guidato da Christopher Bader non è rimasto sorpreso dai risultati. “Ponendo una serie di domande in merito al timore di svariati crimini, abbiamo scoperto che la maggior parte degli americani non solamente teme crimini come rapimento dei bambini, criminalità organizzata, molestie sessuali e simili, ma teme che queste e altre tipologie di crimine siano aumentate nel corso degli ultimi 20 anni”, spiega Edward Day, co-autore dell’indagine. “Quando abbiamo osservato i dati statistici della polizia e dell’FBI, abbiamo scoperto che in questi 20 anni in realtà la criminalità è diminuita. Spesso i criminologi incappano in reazioni piuttosto negative e arrabbiate quando tentano di spiegarlo alla gente”.

Insomma anche di fronte all’evidenza gli americani non percepiscono il calo della criminalità che li circonda. Quando invece si passa ai disastri naturali il rischio sembra essere percepito in maniera più concreta, ma allo stesso tempo la gran parte delle persone coinvolte nel sondaggio non ha in casa i kit di emergenza per fronteggiarli. Solo il 25% degli americani è infatti in possesso di riserve di cibo, di acqua, di vestiario e di medicine, una mancanza che paradossalmente si fa sentire persino nelle regioni che più di tutte hanno subito catastrofi naturali in passato. Le più temute sono:

  • tornado e uragani
  • terremoti
  • inondazioni
  • pandemie o epidemie gravi
  • blackout.

“La nostra ricerca indica che gli americani sono consapevoli del rischio, ma sono necessarie strategie di comunicazione migliori per incoraggiare quel 75% di loro che non è preparato a un’eventuale disastro”, commenta ann Gordon, che ha supervisionato questa sezione dello studio. “Stiamo proseguendo con dei follow-up per capire quale sia il motivo di tale impreparazione, nonostante le lezioni imparate dalle recenti catastrofi naturali. E teniamo d’occhio anche i preppers (survivalisti), una comunità che si prepara attivamente alle eventualità più estreme”.

Per quanto riguarda infine l’identikit delle persone che più si preoccupano, che si tratti di timori per la propria sicurezza online, di catastrofi naturali o di criminalità, il team della Chapman University le ha individuate tra i cittadini con livelli di istruzione più bassi, che tendono però a guardare molta televisione. Entrambi questi fattori (analizzati insieme a molti altri come età, genere, guadagni, regione di provenienza, religione e così via) si sono dimostrati affidabili nel predire un elevato livello di paura e timori, in svariati ambiti.

@Eleonoraseeing

Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   
Crediti immagine: Mike Mozart, Flickr

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Eleonora Degano

Eleonora Degano

Editor, traduttrice e giornalista freelance
Biologa ambientale, dal 2013 lavoro nella comunicazione della scienza. Oggi mi occupo soprattutto di salute mentale e animali; faccio parte della redazione di OggiScienza e traduco soprattutto per National Geographic e l'agenzia Loveurope and Partners di Londra. Ho conseguito il master in Giornalismo scientifico alla SISSA, Trieste, e il master in Disturbi dello spettro autistico dell'Università Niccolò Cusano. Nel 2017 è uscito per Mondadori il mio libro "Animali. Abilità uniche e condivise tra le specie".