Tè o tisane in gravidanza? Si può fare
Sì a camomilla, melissa, rooibos. Tè poco e meglio verde. No a salvia o anice. Con qualche eccezione, tè e tisane si possono bere anche con il pancione
GRAVIDANZA E DINTORNI – Inverno. Cosa c’è di meglio che godersi un momento di relax con una bella tazza fumante di tè o tisana tra le mani? Magari una di quelle tisane aromatizzate con zenzero e cannella, che vanno per la maggiore nel periodo natalizio. La buona notizia è che anche durante la gestazione si può fare, con qualche piccola attenzione. Tè e tisane in gravidanza, come orientarsi?
Alfredo Vannacci, professore di farmacologia all’Università di Firenze ed esperto di fitoterapia e fitovigilanza, ci spiega quali bevande sono ammesse. Naturalmente parliamo di gravidanza fisiologica: in presenza di complicazioni o particolari fattori di rischio, è meglio chiedere consiglio al proprio medico.
Partiamo dal tè. Dunque si può berlo?
Si, ma senza esagerare perché contiene caffeina. Che passa la placenta e arriva al feto, con possibili effetti a livello dell’attività cardiovascolare. Non è veleno, ma non c’è ragione di apportarla in eccesso al bambino.
Visto che il problema è la caffeina, i tè deteinati possono essere una soluzione?
Non sono un grande sostenitore di questi prodotti. Se si beve il tè per il piacere di farlo, difficilmente il deteinato riesce a soddisfare il gusto. E se lo si beve per godere degli effetti benefici che può apportare – parliamo di tè verde o bianco – bisogna tenere presente che probabilmente in un tè modificato questi effetti non sono mantenuti. In ogni caso, chi è abituato a bere grandi quantità di tè, riesce a metabolizzare bene la caffeina, quindi non dovrebbe avere problemi in gravidanza se ne limita l’assunzione.
Meglio verde o nero?
Il tè nero non ha particolari proprietà positive, quindi in gravidanza può anche essere evitato. Quello verde, o anche quello bianco, invece, sono ricchi di antiossidanti e altre sostanze benefiche per la mamma e il bambino.
Passiamo alle tisane: semaforo verde o rosso?
Dipende. In generale, sempre in caso di gravidanza fisiologica, si possono consumare senza problemi tutte quelle più comuni, che si trovano facilmente anche al supermercato: melissa, ortica, menta, camomilla, malva, finocchio. Anche il rooibos, il cosiddetto tè rosso africano, sempre più diffuso. Una buona scelta, perché è ricco di antiossidanti e sali minerali.
Ha citato il finocchio, che però contiene una sostanza, l’estragolo, considerata cancerogena. Al punto che in passato è stato sconsigliato proprio durante la gravidanza e l’allattamento e anche per i neonati.
Il rischio va ridimensionato. Come abbiamo mostrato in uno studio pubblicato un paio di anni fa, gli effetti tossici dell’estragolo si riferiscono alla sostanza isolata, non al seme intero utilizzato per l’infuso e contenente un’insieme di sostanze nel complesso benefiche. Il consumo moderato di una tisana al finocchio non comporta rischi.
Tè e tisane in gravidanza, quali possono alleviare i piccoli disturbi come nausea, difficoltà digestive, stitichezza o insonnia?
L’infuso di zenzero si è dimostrato efficace nel trattamento della nausea leggera o di piccoli disturbi digestivi: si può prendere la tisana già pronta, oppure mettere qualche fettina di zenzero nel tè o in acqua calda a 90 °C. Se la nausea è molto forte o si arriva a vomitare (si parla di iperemesi gravidica) può essere utile l’estratto secco di zenzero, ma in questo caso bisogna rivolgersi a un medico per una valutazione specifica caso per caso. Lo stesso vale per gli altri disturbi: ci possono essere soluzioni di fitoterapia, ma è meglio evitare l’automedicazione.
Anche lo zenzero era stato sconsigliato in gravidanza, soprattutto nel primo trimestre, per il rischio di esiti negativi della gravidanza stessa…
Anche in questo caso meglio ridimensionare: le perplessità riguardavano alte dosi di zenzero e gli studi in questione non erano molto solidi dal punto di vista scientifico. Di nuovo: un consumo moderato non dà problemi.
Ci sono tisane da evitare nei mesi di attesa?
Certo, ci sono molte piante da evitare, ma in genere sono anche poco diffuse da noi e più frequenti in bevande tipiche di altri paesi, come India o Cina. In generale, sono sconsigliate le tisane lassative o quelle con piante contenenti oli essenziali, come anice, sassofrasso, salvia, perché possono alterare alcuni equilibri ormonali e passano facilmente la placenta. Difficilmente però si beve una tisana di sassofrasso solo per il piacere di farlo!
Dello zenzero abbiamo parlato, ma che dire di un altro componente tipico delle tisane di periodo natalizio, la cannella?
Anche in questo caso è bene non esagerare, ma è chiaro che se qualche volta, durante la gravidanza, si beve una di queste tisane “festive”, non succede nulla di male. Quello che va evitato è un consumo massiccio e regolare di questi tè e tisane in gravidanza. Facciamo un altro esempio: la liquirizia, che è molto usata in Oriente, ma si trova facilmente – in minime quantità – anche tra gli ingredienti delle nostre tisane digestive. Se capita di berne una non è certo un problema, anche se soprattutto nella seconda metà della gravidanza la liquirizia va consumata con moderazione, per questioni legate agli equilibri ormonali e alla pressione.
Quanto alla sicurezza di questi prodotti, possiamo stare tranquilli, o c’è il rischio che contengano contaminanti e inquinanti?
Se vengono acquistati attraverso i canali ufficiali, in farmacia, in erboristerie autorizzate o anche nei supermercati, possiamo stare tranquilli, perché ci sono dei livelli minimi di qualità che devono essere garantiti per legge. Meno sicuro l’acquisto su Internet o da rivenditori non autorizzati, specialmente per prodotti orientali.
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