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Se la corsa all’oro si porta via la foresta tropicale

Le aree colpite sono patrimoni di biodiversità e risentono non solo della deforestazione ma anche degli inquinanti rilasciati dalle attività minerarie. Abbiamo perduto quasi 1.700 chilometri quadrati di foresta in 13 anni

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AMBIENTE – A causa della sfrenata corsa all’oro in Sudamerica, tra il 2001 e il 2013 sono andati perduti circa 1.680 chilometri quadrati di foresta tropicale. Aree preoccupantemente vicine a quelle dedicate alla conservazione, ricchissime di specie animali e vegetali e decisamente minacciate dagli inquinanti rilasciati dalle attività minerarie: una tra tutte la regione Madre de Dios in Perù, che in un ettaro di foresta custodisce fino a 300 diverse specie di alberi.

Sono le allarmanti conclusioni ribadite, di recente, da uno studio pubblicato su Environmental Research Letters, che per 13 anni ha monitorato le modificazioni geografiche sul territorio e  sottolineato come l’impatto della corsa all’oro stia diventando sempre più pesante nelle aree dei tropici con il maggior livello di biodiversità.

Il 90% dei chilometri quadrati di foresta perduta si trovavano concentrati in quattro aree, spiegano gli autori: la foresta umida della Guiana, quella dell’Amazzonia sud-occidentale, la Tapajós-Xingú  e la Magdalena Valley-Urabá. “Nonostante la perdita di foreste a causa delle attività minerarie sia minore -in estensione- rispetto alla deforestazione provocata da altri utilizzi del territorio, come l’agricoltura o il pascolo, si sta verificando in alcune delle regioni più biologicamente diverse”, spiega Nora L. Álvarez-Berríos, leader dello studio.

Le attività minerarie hanno subito un’impennata per rispondere a una domanda che, negli ultimi anni, è andata crescendo. In parallelo a un drammatico aumento del prezzo dell’oro, passato dai 250$ per oncia (circa 28 grammi) del 2000 a 1.300$ nel 2013. Crescite che hanno stimolato una nuova nascita delle attività su tutto il pianeta, anche in quelle aree che un tempo non potevano essere fonte di profitto, come i depositi sotto le foreste tropicali.

L’impatto ambientale è stato e continua a essere enorme, dalla distruzione della vegetazione fino alla costruzione di strade e ferrovie per ottimizzare l’accesso. A lungo termine le conseguenze non faranno che aggravarsi, perché per la vegetazione sarà molto complicato ricrescere e i pattern delle precipitazioni cambieranno, in parallelo a una perdita di biodiversità ormai irrecuperabile. Per non parlare del rilascio di CO2 nell’atmosfera.

“Per ridurre la deforestazione in corso a causa delle attività di ricerca dell’oro nelle foreste tropicali è molto importante aumentare la consapevolezza tra chi lo acquista, in modo che tutti siano consci di quale è l’impatto sociale e ambientale dell’acquisto di gioielli d’oro. O degli investimenti in oro”, conclude Álvarez-Berríos.

@Eleonoraseeing

Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   
Crediti immagine: Dallas Krentzel, Flickr

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Eleonora Degano

Eleonora Degano

Editor, traduttrice e giornalista freelance
Biologa ambientale, dal 2013 lavoro nella comunicazione della scienza. Oggi mi occupo soprattutto di salute mentale e animali; faccio parte della redazione di OggiScienza e traduco soprattutto per National Geographic e l'agenzia Loveurope and Partners di Londra. Ho conseguito il master in Giornalismo scientifico alla SISSA, Trieste, e il master in Disturbi dello spettro autistico dell'Università Niccolò Cusano. Nel 2017 è uscito per Mondadori il mio libro "Animali. Abilità uniche e condivise tra le specie".