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Negazionismo HIV/AIDS “peer-reviewed”? Scienziati e pazienti non ci stanno

Quattro ricercatori italiani, assieme a un forum di pazienti, hanno chiesto alla rivista Frontiers in Public Health di ritirare ufficialmente l'articolo della psicologa Patricia Goodson che diffonde alcune tra le più pericolose bufale su Hiv/Aids

HIV-budding-ColorATTUALITÀ – La revisione paritaria è un sistema tutt’altro che perfetto, ma complessivamente è ancora un potente strumento che permette alla comunità scientifica di collaborare, correggere i propri errori, e tenere fuori dalla porta la maggior parte dei ciarlatani. Ma se la peer-review non è perfetta, l’editoria scientifica ne moltiplica i difetti. Per esempio gli editori predoni hanno sfruttato il modello open access, in sé assolutamente rivoluzionario, per pubblicare a pagamento qualunque baggianata, mentre un problema comune a tutti gli editori è quello del ritiro degli studi. Il lavoro del blog Retraction Watch dimostra che l’attuale sistema con il quale l’editore o gli autori ritirano ufficialmente una pubblicazione, deve essere migliorato sia nei tempi (spesso troppo lunghi) sia nelle modalità.

Visto che da anni si discute di questi temi, il recente comportamento del famoso gruppo editoriale Open Access Frontiers riguardo a un articolo pseudoscientifico pubblicato lo scorso settembre su Frontiers in Public Health è preoccupante.

I fatti, in sintesi, sono i seguenti: Patricia Goodson, forte di una laurea in linguistica, un master in filosofia dell’educazione e uno in teologia, ora è professore al dipartimento Health and Kinesyology della Texas A&M University. Nonostante la mancanza di ogni base accademica in virologia o immunologia, la Goodson ha vergato un paper intitolato Questioning the HIV-AIDS hypothesis: 30 years of dissent e lo ha inviato a Frontiers in Public Health. Il 7 settembre il paper è stato accettato per la pubblicazione e il 23 settembre è stato pubblicato.

Dal ridicolo rifiuto che il virus HIV sia responsabile dell’AIDS, al mettere in dubbio l’efficacia provata della terapia con antiretrovirali, il paper è una perfetta sintesi del materiale negazionista che si può raccogliere con dieci minuti di lavoro su Google eppure, in qualche modo, questo deve essere sfuggito ai revisori. Immediatamente dopo la pubblicazione, è scattata la protesta della comunità scientifica mondiale, che potremmo riassumere con uno dei primi commenti sotto il paper.

Delete This Profile Coming soon from Frontiers in Geology, the great new article: “Questioning the ellipsoidal earth hypothesis: 3000 years of dissent”.

To be followed by a spectacular special issue in Frontiers in Chemistry: “I am Phlogiston (And So Can You!)”

HIV denialism would be laughable if it were not irresponsible and deadly.

  • 26 Sep 2014 at 07:23am

La rivista ha immediatamente comunicato che a seguito delle proteste avrebbe lanciato un’indagine interna. Qualche giorno fa è stato comunicato il verdetto: il paper sarà declassato da studio a opinione personale.

Qualcuno potrebbe dire che è tutto risolto, ma in realtà la scelta di non ritirare l’articolo non ha fatto altro che peggiorare una situazione già drammatica. Anche in questa forma, le bufale della dottoressa Goodson rimangono associate a una letteratura scientifica alla quale non appartengono.

In Italia il sito Hivforum.info, un punto di riferimento per l’informazione sulla sieropositività, ha deciso di inviare ai responsabili della rivista una lettera di protesta sulla decisione firmata anche da quattro importanti scienziati italiani che si occupano di HIV/AIDS:

– Guido Poli, Unità di Immunopatogenesi dell’AIDS, Ospedale San Raffaele e Università Vita-Salute San Raffaele, Milano, Italia

– Guido Silvestri, Emory University School of Medicine, Emory University, Atlanta, GA, USA

– Andrea Savarino, Istituto Superiore di Sanità, Roma, Italia

– Giovanni Maga, Instituto di Genetica Molecolare IGM-CNR, Pavia, Italia

La lettera, inviata domenica scorsa e scaricabile a questo indirizzo, demolisce punto per punto le bufale propagandate dalla dottoressa Goodson, e chiede a Frontiers di considerare le conseguenze della sua decisione:

[…] Sfortunatamente la nostra fiducia nel giudizio dei senior editor di Frontiers sembra sia stata malriposta. La decisione di declassare il paper a “Opinion Article” non farà nessuna differenza per il pubblico non specializzato a cui dal principio ci si voleva rivolgere, che vedrà solamente che le affermazioni della Goodson sono state pubblicate su una rivista con revisione paritaria e una certa reputazione, e sono per questo da ritenersi credibili. La pubblicazione del paper è stata dal principio un errore imbarazzante che ha evidenziato ai lettori e ai collaboratori un significativo deficit di controllo editoriale da parte del giornale. Nel suo Statement of Concern, l’editore ha promesso di rendere pubblici i risultati dell’indagine su come il paper è arrivato alla pubblicazione. A oggi questo non è accaduto. La decisione dei senior editor di Frontiers di mantenere la pubblicazione nonostante siano stati avvertiti delle probabili conseguenze per la salute pubblica è incomprensibile, e sembra dimostrare indifferenza o ignoranza delle responsabilità della rivista verso i propri lettori, i collaboratori e il pubblico.

 

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Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   
Crediti immagine: “HIV-budding-Color” by C. GoldsmithContent Providers: CDC/ C. Goldsmith, P. Feorino, E. L. Palmer, W. R. McManus – via Wikimedia Commons.

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Stefano Dalla Casa
Giornalista e comunicatore scientifico, mi sono formato all’Università di Bologna e alla Sissa di Trieste. Scrivo abitualmente sull’Aula di Scienze Zanichelli, Wired.it, OggiScienza e collaboro con Pikaia, il portale italiano dell’evoluzione. Ho scritto col pilota di rover marziani Paolo Bellutta il libro di divulgazione "Autisti marziani" (Zanichelli, 2014). Su twitter sono @Radioprozac