Diagnosi con lo smartphone
Un biosensore e una app per scovare patogeni e malattie: verso il futuro dei point of care, dispositivi per le analisi portatili e precisi
RICERCA – Una piccola goccia di sangue e questo biosensore fornisce dati sullo stato di salute e sulla presenza di patogeni nel sangue. Lo hanno inventato i ricercatori della Florida Atlantic University, in collaborazione con l’Università di Stanford e di Harvard, che hanno di recente pubblicato su Nature.
Nei paesi in via di sviluppo, dove le infrastrutture, i laboratori, il personale qualificato e il supporto finanziario sono limitati, servono strumenti accurati e portatili per fare test in loco, i cosiddetti point-of-care, ovvero analisi mediche svolte in prossimità del luogo di cura e assistenza del paziente. Al momento, i dispositivi per fare analisi point-of-care richiedono infrastrutture attrezzate, molto tempo e reagenti costosi.
I ricercatori della Florida Atlantic University hanno unito tre diversi tipi di carta a un film di poliestere, ottenendo un biosensore che può essere utilizzato in molti modi ed è in grado di poter effettuare diversi test. Nel dispositivo, infatti, sono stati inseriti sensori elettrici e ottici che permettono di controllare target come virus (per esempio l’HIV), batteri (come Escherichia coli e lo stafilococco aureo) e cellule (come i linfociti T). Il tutto, con una buona sensibilità, a partire da una goccia di sangue prelevato dal dito oppure dal plasma o dal fluido peritoneale.
Assieme al dispositivo, i ricercatori hanno sviluppato anche un’app che può trovare batteri e malattie nel sangue a partire da immagini fatte con il cellulare che possono essere poi analizzate in qualsiasi parte e laboratorio del mondo.
Il materiale è facile da produrre e facile da usare e potrebbe quindi rappresentare un ottimo strumento da applicare in diversi contesti: dallo sviluppo di farmaci, alla sicurezza alimentare, al monitoraggio ambientale, alla medicina veterinaria e alla diagnostica di malattie infettive in paesi in via di sviluppo.
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Crediti immagine: Florida Atlantic University