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Lo zampino di eBay nelle specie invasive

Viaggiano per tutto il mondo pressoché indisturbate e minacciano la flora nativa. Le specie invasive vegetali sono ancora oggi un problema sottovalutato

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AMBIENTE – La palma di Fortune (Trachycarpus fortunei), le verghe d’oro (genere Solidago) e la balsamina (Impatiens glandulifera) sono piante ormai ampiamente diffuse anche in Europa ma arrivano dalla Cina, dalla Birmania, dall’Africa, dall’Himalaya. Giunte a noi come piante ornamentali si sono rapidamente trasformate in specie invasive, “scappando” in natura fino a minacciare, come succede oggi, la fauna nativa. Certo in quanto specie vegetali fanno meno notizia degli scoiattoli grigi che minacciano quelli rossi, dei gatti che sterminano la fauna selvatica o delle nutrie (al pari di quanto succede con il commercio illegale sul mercato nero) ma non per questo la situazione è meno spinosa.

Si parla di invasione biologica ed è in corso su ogni continente del nostro pianeta, incoraggiata soprattutto dal commercio che – complice Internet con le aste online – fa viaggiare specie invasive in giro per il mondo.

Per 50 giorni un gruppo di ricercatori guidati da Christoph Kueffer della ETH Zurich ha monitorato il commercio di specie vegetali online su eBay e altre nove piattaforme, identificando le specie più vendute (con particolare attenzione al loro stato di specie invasiva secondo la IUCN) e i loro spostamenti sul globo. A rendere possibile un’analisi così intensa, spiega il co-autore Luc Humair su Conservation Biology, è stato il fatto che eBay permette ai software di accedere agli elenchi di vendita in modo da fare ricerche sistematiche e analisi dei contenuti proposti in automatico.

Piante per tutti

Sono 2625 le specie vegetali che i ricercatori hanno trovato in vendita su eBay (cercandole con il loro nome scientifico) nei 50 giorni dello studio. Tra queste, 510 sono considerate invasive in almeno una regione, insieme ad altre 35 che sono considerate addirittura tra le 100 specie più invasive che conosciamo sull’intero pianeta.

C’è da notare che un limite nella ricerca, come premettono gli scienziati, è che per motivi di privacy non hanno potuto accedere a dati che testimoniassero le avvenute transizioni tra venditori e acquirenti dopo la messa in vendita. Dati che avrebbero potuto aiutare a stabilire le “rotte” principali sulle quali viaggiano le specie invasive.

La specie invasiva più richiesta è Passiflora edulis, la pianta dagli splendidi fiori il cui frutto conosciamo bene con il nome di frutto della passione o maracujá e che spunta nelle aste online circa 90 volte al giorno, offerta da venditori provenienti da 17 paesi diversi. È considerata una specie altamente invasiva ai tropici. La seconda specie invasiva più diffusa su eBay è Centaurea cyanus, il fiordaliso, messo in vendita in media 80 volte al giorno e considerato invasivo in molte aree degli Stati Uniti, viene venduto da commercianti di 10 Paesi diversi.

Piccola nota positiva in un contesto dolente è che la specie più richiesta tra tutte non è una pianta invasiva ma un adenio, la rosa del deserto Adenium obesum, nativa dell’Africa e dell’Arabia (e messa in vendita su eBay più di tremila volte al giorno da 12 Paesi diversi).

L’aspetto più inaspettato è stato scoprire che, tra i 65 Paesi di provenienza delle piante vendute online, 55 commerciano in specie invasive e tra questi c’è l’Australia. Dalla quale provengono piante che in altre parti del mondo possono rivelarsi estremamente dannose ma che vengono comunque vendute su larga scala. “Il che è sorprendente visto che gli australiani non ti permettono di introdurre specie vegetali invasive all’interno dei loro confini. Ma, paradossalmente, non sembrano esserci controlli a impedire che percorrano la strada opposta ed escano dal continente”, spiega Kueffer.

Online niente regole

“Per farla breve, la maggior parte delle specie invasive si può ottenere con un semplice click del mouse”, commenta Franziska Humair, co-autrice. Laddove vi siano delle regolamentazioni di rado c’è chi le fa rispettare, ed è virtualmente impossibile pensare che ogni singolo venditore tenga traccia delle normative per ogni singola specie in ogni Paese del mondo. Ma “mentre le vendite online continuano ad aumentare, è sempre più urgente che le autorità si attivino in questa direzione e che i venditori più grandi prestino attenzione a dove vanno a finire i loro prodotti”, conclude Kueffer.

@Eleonoraseeing

Leggi anche: Landmarking, come è facile riprodursi per una specie invasiva

Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   
Crediti immagine: Sam Fraser-Smith, Flickr

 

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Eleonora Degano

Eleonora Degano

Editor, traduttrice e giornalista freelance
Biologa ambientale, dal 2013 lavoro nella comunicazione della scienza. Oggi mi occupo soprattutto di salute mentale e animali; faccio parte della redazione di OggiScienza e traduco soprattutto per National Geographic e l'agenzia Loveurope and Partners di Londra. Ho conseguito il master in Giornalismo scientifico alla SISSA, Trieste, e il master in Disturbi dello spettro autistico dell'Università Niccolò Cusano. Nel 2017 è uscito per Mondadori il mio libro "Animali. Abilità uniche e condivise tra le specie".