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L’intelligenza collettiva in un gregge

Momenti di dispersione per brucare il più possibile alternati alla riunione con le proprie compagne: così le pecore ottimizzano gli sforzi

4462394467_e2437200ab_zWHAAAT? Il venerdì casual della scienza – Nell’organizzazione di un gregge di pecore c’è ben più di quanto l’occhio umano possa comprendere o intuire con un rapido sguardo. Tutti gli ovini sono infatti intenti ad alternare delle fasi lente di dispersione del gruppo ad altre in cui si riuniscono il più rapidamente possibile, imitando il comportamento delle vicine.

È così che ottimizzano l’area che riusciranno a brucare, assicurandosi allo stesso tempo di tornare in gruppo al più presto nel caso un predatore dovesse fare la sua comparsa. Voi starete già pensando a Babe e a “montone, pecora, agnello”, ma ora è uno studio scientifico a confermare il ruolo dell’imitazione come comportamento chiave nei fenomeni collettivi delle pecore (da cui il cosiddetto effetto gregge che riguarda anche gli esseri umani).

Sono molte le specie animali che vivono in gruppo, scrivono su Proceeding of the National Academy of Sciences i ricercatori del team internazionale guidato da Francesco Ginelli, come i banchi di pesci e le mandrie. Si tratta di un’organizzazione che porta con sé molti benefici, aumentando le possibilità di proteggersi dai predatori, a partire dal fatto che li si avvista prima, e facilitando il compito di foraggiamento del cibo. Il collante di quest’efficacia, spesso, è proprio la capacità di imitarsi gli uni con gli altri coordinando così gli sforzi.

I ricercatori hanno preso in considerazione gli spostamenti di greggi di un centinaio di pecore Merino, la razza molto apprezzata per il pregiato vello, che pascolavano a Domaine du Merle, nel comune di Salon-de-Provence in Francia. Li hanno studiati tramite un modello matematico e si sono accorti che riuscire a massimizzare l’area di pascolo senza “esagerare” entra in conflitto con la naturale tendenza degli animali ad esplorare nuovo territorio, per cercare più cibo. Una tendenza che gli animali modulano in favore dell’imitazione dei loro simili, scegliendo di non allontanarsi ma di brucare quel tanto che permette di saziarsi senza perdere di vista il gregge né impiegare troppo tempo per riavvicinarsi (perdendo così i benefici offerti da un gruppo compatto).

La soluzione è proprio alternare le fasi in cui si bruca a rapidi raggruppamenti, che partono dal comportamento di pochi individui mimato dagli altri, fino a coinvolgere il gregge intero. Questo sistema si avvicina molto a quella che viene chiamata condizione critica, spiegano gli autori dello studio: non è troppo disordinato né organizzato in maniera eccessivamente rigida, il che permette di reagire in modo rapido agli imprevisti grazie alla collective intelligence, l’intelligenza collettiva, una strategia di cooperazione all’interno di un gruppo che permette di collaborare unendo le competenze e l’affidabilità dei singoli. In questo caso, verso due obiettivi comuni: sopravvivere ai predatori e mangiare.

@Eleonoraseeing

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Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   
Crediti immagine: Virginie Moroenhout, Flickr

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Eleonora Degano

Eleonora Degano

Editor, traduttrice e giornalista freelance
Biologa ambientale, dal 2013 lavoro nella comunicazione della scienza. Oggi mi occupo soprattutto di salute mentale e animali; faccio parte della redazione di OggiScienza e traduco soprattutto per National Geographic e l'agenzia Loveurope and Partners di Londra. Ho conseguito il master in Giornalismo scientifico alla SISSA, Trieste, e il master in Disturbi dello spettro autistico dell'Università Niccolò Cusano. Nel 2017 è uscito per Mondadori il mio libro "Animali. Abilità uniche e condivise tra le specie".