“Senti chi parla”, alla scoperta della comunicazione animale
L’ultimo libro della giornalista scientifica Francesca Buoninconti ci porta in un mondo di danze plateali e colori sgargianti, ma anche di suoni e movimenti inavvertibili o quasi, per scoprire come gli animali comunicano tra loro
“Cerchi nel grano” sottomarini; flatulenze ricche d’informazioni; muscoli nascosti per uno sguardo più espressivo; e ancora danze, canti, colori… Senti chi parla. Cosa si dicono gli animali di Francesca Buoninconti, con illustrazioni di Federico Gemma (Codice edizioni, 2021, 24,00 euro) offre uno sguardo panoramico al mondo della comunicazione tra gli animali non umani e, da un regno all’altro, dalla terra all’aria, ci ricorda il ruolo fondamentale che questa ha per tutte le specie, non solo la nostra.
Da un regno all’altro
In Senza confini, che OggiScienza ha recensito qui, la giornalista scientifica Francesca Buoninconti ci aveva portati a viaggiare per il pianeta per scoprire le più avvincenti migrazioni del mondo animale. Nel suo nuovo libro, il viaggio ricomincia. Ma, questa volta, il viaggio è fatto di suoni, colori, movimenti attraverso cui l’autrice ci porta alla scoperta della comunicazione tra le più diverse specie, dai rettili ai mammiferi e dagli insetti agli uccelli, attraversando il globo per raccontare le molte strategie di comunicazione che gli animali mettono in atto per corteggiarsi, per difendere il territorio, per allertare i compagni della presenza di predatori o di una fonte di cibo… O per ingannarsi, anche, fingendosi diversi da ciò che si è, come fa il serpente giarrettiera comune: alcuni maschi possono fingersi femmine emettendo feromoni che attirano gli maschi. Oppure per evitare che gli altri membri del gruppo insidino il cibo appena trovato, come fanno per esempio i cebi dai cornetti, che possono lanciare un grido d’allarme per allontanare i compagni e godersi la risorsa in tranquillità.
Che quello nel libro sia un viaggio a tutti gli effetti, che si compie un po’ navigando sott’acqua tipo sottomarino e un po’ spostandosi sulla terraferma, attraversando le foreste per arrivare alle città, non è un elemento da poco. Perché, come Buoninconti ben evidenzia, quando si parla di comunicazione non possiamo mai dimenticare il contesto ecologico in cui le diverse specie vivono. Questo, infatti, influenza profondamente il modo in cui gli animali possono comunicare l’uno con l’altro: ci sarà chi sfrutta la possibilità del suono di propagarsi per lunghe distanze sotto le onde, e chi invece usa una comunicazione a raggio molto ristretto, come fanno i pipistrelli quando ecolocalizzano per “vedere senza occhi” l’ambiente circostante. E, a questo proposito: comunicare l’un l’altro, certo, ma anche tra specie diverse o perfino con se stessi, come fanno appunto i pipistrelli attraverso gli ultrasuoni durante l’ecolocalizzazione. Insomma, scoprire una strategia di comunicazione è anche scoprire come può essere sfruttata da altre specie, la preda che comunica al predatore di non avere nessuna intenzione di farsi prendere, ma anche il cane che ci fa “gli occhi da cucciolo” grazie a particolari muscoli facciali.
Insomma, per capire una comunicazione bisogna capire anche un po’ la specie che la mette in atto, dal punto di vista biologico ed ecologico. Di conseguenza, Senti chi parla è sì un libro dedicato alle strategie comunicative ma, inevitabilmente, è anche un libro che offre tantissime altre informazioni sugli animali di cui parla: dove vivono, come si riproducono, le caratteristiche fisiologiche che magari determinano una vista scarsissima ma una capacità di emettere suoni che noi ci sogniamo.
Un mondo nascosto agli umani
In questo senso, uno degli aspetti forse più affascinanti di Senti chi parla è la capacità di svelarci un mondo cui noi siamo, spesso e volentieri, ciechi e sordi. Un mondo fatto di ultrasuoni e infrasuoni, di movimenti talmente rapidi e impercettibili da essere quasi irriconoscibili all’occhio umano. Altri animali, al contrario di noi, vivono immersi in questo mondo che ci sfugge completamente (a meno di non avere le apposite apparecchiature da ricerca per studiarlo): tra le pagine del libro abbiamo la possibilità di scoprirlo e immaginare, almeno per un po’, di percepire l’ambiente in modo sostanzialmente diverso da quello cui siamo abituati, aiutati anche dalle illustrazioni del biologo Federico Gemma. Insieme, il libro è un’occasione per ricordarci che il panorama sonoro degli animali è fragile e, come spesso avviene, noi umani abbiamo un ruolo importante nell’alterarlo.
Non si può infatti parlare di comunicazione senza parlare anche – come infatti fa Buoninconti – d’inquinamento acustico. In mare e in terra, le nostre attività rappresentano un disturbo di non poco conto per il canto degli uccelli e per quello dei cetacei. Gli effetti sono disparati, dagli animali che cercano di “alzare la voce” per farsi sentire, a un maggior costo energetico, al rischio di non riuscire a sentire un predatore in avvicinamento, dalla possibile morte (come dimostrato nel 1998, quando una lettera apparsa su Nature correlò lo spiaggiamento di 12 zifi con i test di un sistema sonar da parte di una nave della NATO) fino alla perdita dei dialetti tipici (e quindi di parte della cultura) di alcune popolazioni di uccelli.
Infine, Senti chi parla è un libro che risponde a, oppure apre, molte domande curiose. Alcune ce le poniamo fin da piccoli (Il coccodrillo come fa?, cantava i Piccolo Coro dell’Antoniano; e ha davvero senso il detto “muto come un pesce”?), altre che sorgono solo attraverso la lettura (per esempio, lo sapevate che i cetacei sono privi di corde vocali? E allora come fanno allora a emettere suoni?). Per molte, anche se magari non per tutte, abbiamo oggi una risposta: per scoprirla, e magari farsi qualche altra domanda e cercare di avvicinarci il più possibile a un mondo in cui la comunicazione assume così tante forme, non c’è che da immergersi nelle pagine.
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