ricerca

Perché si russa? Nella bocca mancano alcune proteine

Particolari fibre muscolari sono state trovate in numero maggiore nella bocca dei pazienti che soffrono di russamento cronico e apnea nutturna, anche bambini.

2417618373_a8d25d0ed1_z
RICERCA – Chi soffre di russamento cronico o di apnea notturna potrebbe finalmente sapere qual è la causa di queste patologie, una spiegazione giunge dai ricercatori della Università di Umeå, in Svezia, i quali hanno rintracciato particolari fibre muscolari presenti in numero maggiore nella bocca di tali pazienti, anche bambini.

Pubblicata sul Journal of Anatomy, la scoperta è stata resa possibile dalla comparazione tra le fibre muscolari del palato molle e quelle delle gambe. La ricerca ha evidenziato che la struttura citoscheletrica delle prime è differente. Caratteristica più importante è che mentre tutti i muscoli degli arti hanno mostrato un’immunoreazione verso degli anticorpi diretti contro le proteine desmina e distrofina, una sottopopolazione delle fibre muscolari del palato ha mostrato invece un’immunoreazione debole o nulla.

La scoperta di questa singolare citoarchitettura probabilmente riflette la specializzazione dei muscoli per le funzioni complesse della zona, come la respirazione, la comunicazione orale e la deglutizione. Risultati che mettono in discussione anche le conoscenze relative alla desmina e alle altre proteine del citoscheletro ubiquitarie nei muscoli cranici. Conoscenze dalle quali non si potrà prescindere in futuro nel valutare le patologie dei muscoli orofaringei date le particolari proprietà biomeccaniche del palato molle.

“Questa scoperta di uno speciale gruppo di fibre ci dà una più profonda comprensione della complessa anatomia e fisiologia delle vie aeree superiori e della specializzazione evolutiva. Queste singolari fibre hanno una speciale struttura molecolare dovuta all’assenza o alla differente conformazione di alcune proteine chiave. Sorprendentemente, l’assenza di queste proteine è stata riportata solo in malattie muscolari genetiche”, ha dichiarato Farhan Shah, ricercatore presso il Department of Integrative Medical Biology della suddetta università svedese e principale autore della pubblicazione.

“I nostri risultati sono significativi e si spera che possano aiutare a indirizzare più efficaci strategie di trattamento in futuro. Questo è solo un passo avanti, ma importante” ha aggiunto Per Stål, professore associato dello stesso dipartimento.

Leggi anche: Indurre il sonno è possibile grazie all’optogenetica

Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   
Crediti immagine: Symmetry_mind, Flickr

Condividi su