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Corsa al Polo, l’ultima esplorazione terrestre

Il 7 marzo 1912 Roald Amundsen annuncia a tutto il mondo la scoperta del Polo Sud

MULTIMEDIA – «Domani partiremo per il punto esatto del polo, a 5,5 miglia nautiche da qui. Adesso abbiamo cibo per noi uomini per 18 giorni, 10 giorni per i cani. Credo che arriveremo senza problemi al nostro deposito agli 88° 25’, e da lì al deposito sul Ghiacciaio del Diavolo. È davvero interessante vedere il sole che si muove in cielo per così dire alla stessa altezza giorno e notte. Credo che siamo i primi uomini a vedere questo spettacolo singolare»

Così l’esploratore norvegese Roald Engelbregt Gravning Amundsen scriveva sul suo diario di viaggio alla vigilia dell’arrivo nel punto più a sud del mondo, quella “enorme distesa piatta, dove non si vede una sola irregolarità”, per usare ancora le sue parole appuntate nel diario.

È il 14 dicembre del 1911 e, dopo circa un anno e mezzo dalla partenza, Amundsen vince la corsa al Polo, disputata con il suo grande rivale, il britannico Robert Falcon Scott. Con un vantaggio di 35 giorni sull’esploratore inglese, Amundsen taglia l’ultimo traguardo delle esplorazioni terrestri. È però solo il 7 marzo che Amundsen riesce ad annunciare al mondo la sua grande impresa. Oggi, il luogo raggiunto da Amundsen e Scott, ancora remoto e poco accessibile, ospita una base permanente americana per la ricerca scientifica, che in loro onore è chiamata Amundsen-Scott South Pole Station.

@giulirocko

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Giulia Rocco
Pensa e produce oggetti multimediali per il giornalismo e l’editoria. L’hanno definita “sperimentatrice seriale”.