SCOPERTE

Phobos, come si è formata la luna di Marte?

Phobos è la luna del pianeta Marte e la sua formazione rimane un'incognita. I nuovi dati raccolti dalla sonda Maven potrebbero riuscire a svelare il mistero

Il processo di distruzione del satellite Phobos da parte di Marte è già in atto, ma gli scienziati hanno assicurato che ci vorrà ancora molto tempo. Crediti immagine: Nasa/Jpl-Caltech/University of Arizona

SCOPERTA – Phobos è la luna di Marte, ma la storia della sua formazione rimane un enigma per gli astronomi. È solcata da profonde striature e si pensa che Marte, con la sua attrazione gravitazionale, la stia pian piano distruggendo. Se la fine di Phobos è già scritta, oggi una nuova ricerca della NASA potrebbe essere vicina a svelare il mistero della sua origine.

Lo scorso novembre la sonda della NASA Maven, Mars Atmosphere and Volatile Evolution, ha raggiunto la luna marziana e l’ha osservata da vicino, a una distanza di appena 500 chilometri dalla superficie del satellite. Ha attraversato diverse volte l’orbita di Phobos e ha scattato foto del satellite nello spettro dell’ultravioletto: immagini nuove che hanno permesso agli scienziati di guardare con più attenzione e dettagli la sua composizione.

Agli astronomi ora spetta il compito di analizzare i nuovi dati raccolti e confrontarli con quelli di altri oggetti celesti simili, come asteroidi e meteoriti. Un confronto necessario a determinare se Phobos sia effettivamente un asteroide che è stato catturato dal campo gravitazionale di Marte, oppure se sia un oggetto celeste che si è formato dall’aggregazione di detriti nell’orbita marziana. Oltre a svelare la nascita del satellite, i dati raccolti da Maven potranno rivelare anche la eventuale presenza di molecole organiche sulla superficie, confermando così quanto già osservato dalla sonda Mars Express.

Il satellite è stato scoperto negli anni Settanta e da allora rappresenta un mistero per gli astronomi, incuriositi dalla presenza di profonde scanalature osservate dalle sonde Mariner 9 e Viking. Queste striature sono larghe tra i 100 e i 200 metri e lunghe dai 10 ai 30, e si estendono su tutta la superficie della luna marziana. Gli scienziati ritenevano che fossero state formate dall’impatto violento di un meteorite, ma lo scorso novembre la NASA ha scoperto che in realtà sono il frutto dell’attrazione gravitazionale che il pianeta rosso esercita sul satellite. Phobos è costituito da materiale disgregato tenuto insieme da una copertura di polvere dallo spessore compreso tra i 50 e i 100 metri.

Possiamo immaginarlo come un sacchetto di fagioli, reso altamente deformabile dalla mancanza di un “cuore” compatto sotto la superficie. Il processo di distruzione del satellite da parte del pianeta rosso è quindi in atto, ma gli scienziati assicurano che ci vorrà ancora molto tempo. Anche se la sua fine è lontana e già scritta, nel frattempo avremo svelato la sua origine ed evoluzione.

@oscillazioni

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Veronica Nicosia
Aspirante astronauta, astrofisica per formazione, giornalista scientifica per passione. Laureata in Fisica e Astrofisica all'Università La Sapienza, vincitrice del Premio giornalistico Riccardo Tomassetti 2012 con una inchiesta sull'Hiv e del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica Giancarlo Dosi 2019 nella sezione Under 35. Content manager SEO di Cultur-e, scrive di scienza, tecnologia, salute, ambiente ed energia. Tra le sue collaborazioni giornalistiche Blitz Quotidiano, Oggiscienza, 'O Magazine e Il Giornale.