Guida al turismo spaziale… (non proprio) a buon mercato
Con il recente successo della missione Inspiration4, la prima con astronauti non professionisti, promossa dalla SpaceX, l’idea di turismo spaziale si fa sempre più concreta. Oggi, ci sono tante compagnie private emergenti che si stanno buttando nel settore, promettendo di farci vivere esperienze prima riservate solo ad una élite ristretta.
Pochi minuti in assenza di gravità, vivere in orbita alcuni giorni, arrivare sulla Luna o addirittura su Marte: le offerte e le promesse sono ampie ma non ancora alla portata di tutti.
Il 2021 è stato un anno importante per i miliardari che hanno la fissa per lo spazio. L’11 luglio, l’aereo a razzo Unity della Virgin Galactic, la compagnia dell’imprenditore britannico Sir Richard Branson, ha portato cinque passeggeri a circa 85 chilometri sopra la Terra. La capsula New Shepard della Blue Origin, del fondatore di Amazon Jeff Bezos, ha raggiunto un’altitudine di 106 chilometri il 20 luglio, con un equipaggio di quattro persone tra cui il più giovane e la più anziana ad aver mai raggiunto una tale altezza. I passeggeri di entrambi i voli hanno sperimentato diversi minuti di assenza di gravità e hanno goduto di panorami mozzafiato del nostro bello e fragile “Pallido Punto Blu”. Lo scorso 16 settembre la missione Inspiration4 della SpaceX, la compagnia del miliardario americano Elon Musk, ha dimostrato che quattro astronauti non professionisti possono affrontare tre giorni in orbita.
Questo susseguirsi di traguardi non sono altro che l’anticipazione di come l’industria del turismo spaziale commerciale potrebbe diventare redditizia e portare migliaia di passeggeri paganti a galleggiare sopra le nostre teste o a viaggiare per il Sistema Solare.
Ma dove inizia lo spazio esterno?
La Crew Dragon della SpaceX ha portato l’equipaggio Inspiration4 a circa 585 chilometri di quota, volando più in alto della Stazione Spaziale Internazionale; battendo l’ultimo record di volo umano raggiunto nel 1999 con la spedizione STS-103 per la manutenzione del telescopio spaziale Hubble e diventando il quinto volo spaziale umano orbitale terrestre più alto in assoluto. Ma la sfida tra Branson e Bezos si è svolta a pochi chilometri di differenza. Hanno raggiunto entrambi lo spazio? In effetti, non esiste una definizione legale di “spazio esterno” e un confine ufficiale con lo spazio aereo.
Jonathan McDowell, un astrofisico dell’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics, ha pubblicato un articolo nel 2018 su questo dibattito, un tema addirittura precedente al lancio del primo Sputnik.
Il confine più ampiamente ma non universalmente accettato è la cosiddetta Linea Karman, oggigiorno solitamente fissata a 100 chilometri di altitudine. Oltre questo confine, l’aria è troppo rarefatta affinché un veicolo in volo generi portanza. Tuttavia, nel corso degli anni, sono stati suggeriti limiti che vanno da 30 chilometri a 1,5 milioni di chilometri. Secondo McDowell ci sono una serie di buoni motivi legati all’atmosfera terrestre, alla fisica gravitazionale e alla Linea Karman per fissare la soglia a 80 chilometri. Se così fosse, sia Branson che Bezos avrebbero raggiunto lo spazio esterno. Ma la Commissione delle Nazioni Unite sull’uso pacifico dello spazio che si occupa, tra l’altro, di tali questioni, non si è ancora espressa chiaramente.
Spazio o alta atmosfera, quanto costa arrivare lassù?
Quest’anno si è celebrato il 60esimo anniversario del volo di Yuri Gagarin, il primo uomo a volare nello spazio. Da allora, quasi 600 astronauti addestrati hanno raggiunto l’orbita ma pochissime persone sono diventate turisti spaziali.
L’idea di inviare un civile nello spazio iniziò con la tragedia dello Space Shuttle Challenger nel 1986: Christa McAuliffe sarebbe dovuta essere la prima insegnante presente in un programma spaziale ma la navicella della NASA esplose in volo. Da allora l’Agenzia statunitense bloccò queste iniziative mentre la Russia iniziò ad accettare passeggeri facoltosi per aiutare il settore in difficoltà economiche.
Il primo, l’ingegnere statunitense Dennis Tito, pagò 20 milioni di dollari per trascorrere sei giorni in orbita attorno alla Terra nella sezione russa della Stazione Spaziale Internazionale nell’aprile 2001, dopo tre mesi di addestramento presso il complesso russo Star City. Dopo di lui, un’altra manciata di altri turisti molto abbienti hanno avuto il privilegio di raggiungere l’orbita, con biglietti sempre da capogiro, fino a 35 milioni di dollari.
I voli di Branson e Bezos, invece, sono stati suborbitali, cioè hanno raggiunto (più o meno) lo spazio ma non a una velocità sufficiente da compiere un’intera rivoluzione attorno alla Terra. Questo tipo di traiettoria rende il viaggio tecnicamente molto meno complesso e, in teoria, più economico (anche se un posto sul New Shepard è stato venduto all’asta per 28 milioni di dollari!). Di norma, però, i biglietti hanno un prezzo più ragionevole: per sperimentare qualche minuto di assenza di gravità, prima di ricadere sulla Terra, con Virgin Galactic bastano 250.000 dollari.
Per una vacanza fuori dal mondo, bisognerà attendere il 2027 quando la società Orbital Assembly Corporation aprirà il suo hotel spaziale. Chiamato Voyager Station, sembra quasi una ruota panoramica orbitante: dispone di un ristorante, palestra e bar vista Terra. Un soggiorno di tre giorni e mezzo dovrebbe costare fino a 5 milioni di dollari. Invece, nell’immediato futuro, si potrà acquistare un passaggio per la Stazione Spaziale Internazionale a bordo della navicella spaziale Crew Dragon, offerto da una collaborazione tra SpaceX e Axiom Space per 55 milioni di dollari.
Altre aziende stanno sviluppando progetti meno ambiziosi. Per esempio, la Space Perspective prevede di lanciare una capsula agganciata ad un pallone spaziale delle dimensioni di uno stadio di calcio per offrire una vista della curvatura terrestre. I biglietti costeranno 125.000 dollari ma il pallone salirà solo a 30 chilometri, il che significa che i passeggeri non sperimenteranno l’assenza di gravità.
Tuttavia, anche se questi prezzi possono sembrare proibitivi, bisogna ricordare che un tempo anche i biglietti aerei lo erano, mentre oggi questo mezzo di trasporto è accessibile e può essere utilizzato da chiunque.
Dai viaggi in aereo ai voli suborbitali
Siamo all’alba di una nuova era dell’esplorazione spaziale, con civili in cerca di brivido che vanno coraggiosamente dove nessun turista è mai giunto prima.
Il turismo spaziale più commerciale partirà probabilmente dai voli suborbitali anche se c’è chi teme che i costi dei biglietti un po’ elevati e l’esperienza troppo breve possano causare un calo d’interesse. Ma, in realtà, questi viaggi potrebbero diventare non solo un modo economico per vedere la Terra dall’alto e per soddisfare le esigenze della comunità scientifica che ha bisogno di fare esperimenti in condizioni di microgravità, ma anche il futuro degli aerei di linea.
SpaceX, ad esempio, ha affermato di poter trasportare 100 persone da punto a punto sulla Terra con viaggi intercontinentali al massimo di 30 minuti.
Altre aziende, come Virgin Galactic, stanno esplorando questo mercato: ridurre il tempo necessario per andare da New York a Tokyo o da Londra a Hong Kong a poche ore, viaggiando a velocità ipersoniche e raggiungendo lo spazio, potrebbe far gola a molti uomini d’affari.
Gli analisti della USB, una banca d’investimento svizzera, hanno stimato che il turismo spaziale sarà un mercato da 3 miliardi di dollari entro il 2030. Mentre l’industria spaziale in generale, che vale circa 400 miliardi di dollari oggi, raddoppierà a 805 miliardi di dollari entro il 2030 tenendo conto di queste innovazioni.
In teoria, i prezzi dei biglietti diminuiranno man mano che i voli aumenteranno. Tuttavia, per ora, l’industria nascente si rivolge principalmente agli ultra-ricchi, ai loro ospiti e ai ricercatori che dispongono di finanziamenti. Il futuro delle corse private ai confini dell’atmosfera dipenderà molto anche dalla sicurezza dei veicoli utilizzati: eventuali incidenti potrebbero rallentare il programma e l’accesso dei consumatori allo spazio suborbitale. Siamo solo all’inizio.
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