IL PARCO DELLE BUFALE

Il modello econometrico del clima

Per la prima volta, Terence Mills è riuscito a simulare realisticamente o quasi l'andamento della temperatura globale, basandosi unicamente sulla metafisica

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Nonostante le evidenze scientifiche, c’è chi nega la realtà del riscaldamento globale. Immagine Pexels

IL PARCO DELLE BUFALE – Alcuni coraggiosi resistono agli eserciti di angurie in divisa verde ambientalista fuori e rosso comunista dentro, guidate da Naomi Klein, Papa Francesco e Leonardo Di Caprio. Gli assediati sono a corto di munizioni: le temperature satellitari che dimostravano l’inizio dell’era glaciale nel 1999 sono state corrette come previsto dal marzo 2015, quando ricercatori al soldo degli ambientalisti avevano trovato incongruenze nelle estrapolazioni.

In febbraio il tasso di riscaldamento in troposfera è tornato simile a quello misurato a terra (1). Per fortuna e per £ 3000, la Global Warming Policy Foundation (GWPF) britannica ha acquistato un metodo statistico che simula il non riscaldamento futuro. Da un lato prevede una temperatura costante qualunque cosa accada da qui al 2100. Dall’altro illustra la perfezione dei modelli di crescita economica, mentre quelli dei servi degli ambientalisti fanno allarmismo puro, come si evince da un grafico pubblicato su Nature, e aggiornato al 30 dicembre 2015 da uno dei suoi autori:

Modelli climatici: modelli climatici vs osservazioni. Grafico aggiornato da Stefan Rahmstorf

Il lavoro di Terence Mills dell’Università di Loughborough dimostra invece l’incompetenza abissale degli scienziati che da due secoli studiano chimica e fisica dell’atmosfera. Come scrive l’economista Ross McKitrick del Consiglio accademico della GWPF nella prefazione all’articolo:

Anche se i dettagli possono sembrare molto matematici e astratti, la questione qui trattata ha una grande importanza pratica, non soltanto per migliorare la scienza delle previsioni climatiche, ma anche per sviluppare validi interventi a lungo termine in materia di clima.

I “dettagli” sono gli algoritmi del programma ARIMA per l’analisi delle serie temporali in economia. Il programma fa tutto da sé una volta immessi i dati, che devono essere pochi, altrimenti serve un supercomputer, quindi vanno estratti da un breve periodo, per esempio 2011-2014, o da segmenti analoghi, per esempio 1981-1985 e 1998-2002.

Con una semplice statistica si ottiene una tendenza, o due che si annullano così la media corrisponde a zero, e basta un laptop per proiettarla tale quale nei decenni futuri. Tuttavia una riga orizzontale non rende conto della variabilità passata che putacaso potrebbe ripetersi in avvenire. Si prende quindi la tendenza di periodi diversi da quelli già usati, per esempio mezza dozzina di inverni inglesi nel Settecento – e il programma deriva le incertezze della previsione fornita con una probabilità del 95%. Nel grafico pertanto la probabilità sta fra due curve di probabilità 5% ciascuna.

L’assenza di cause fisicheciclo solare, nubi, oscillazioni di correnti oceaniche, eruzioni vulcaniche, concentrazione atmosferica di gas serra ecc. – e delle loro retroazioni rende la probabilità molto utile per le amministrazioni pubbliche che devono pianificare interventi a lungo termine. Per esempio Venezia, con le decisioni sullo smantellamento del MOSE, o sulla costruzione di un altro. Tutti sanno, infatti, che la temperatura non ha alcuna influenza né sulla fusione dei ghiacci né sul livello del mare.

Gli scienziati venduti agli ambientalisti allarmisti hanno accolto il modello di Mills con garbato scetticismoJames Annan ha proposto una scommessa sulla conferma mensile delle previsioni che Mills ha rifiutato con sdegno. Da un lato vincono sempre i i climatologi perché falsificano i dati, dall’altro il boss dei “serristi” aveva già decorato le figure 5 e 6 con un baffetto celeste che rappresenta la temperatura misurata nel 2015:

Grafici aggiornati da Gavin Schmidt, direttore del Goddard Institute for Space Studies.

(1) Resta da capire il perché di una piccola differenza, all’apparenza costante, tra i dati dei satelliti NOAA-14 e NOAA-15.

(2) Analoghi elogi sono usciti sui quotidiani di Rupert Murdoch in Gran Bretagna e in Australia, ma non su Climate Monitor, faro della resistenza italiana all’ambientalismo. Che Guidi non creda più alla necessità di incrementare le emissioni di gas serra per mitigare gli effetti dell’era glaciale?

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