Autismo: conoscere per eliminare i pregiudizi
Domani, 2 aprile, è la giornata mondiale della consapevolezza sull'autismo. Uno studio della SISSA di Trieste aiuta a interpretare le emozioni nei soggetti autistici
ATTUALITÀ – Gli autistici sembrano privi della capacità di partecipare alle emozioni degli altri. Distaccati, freddi, persi in un loro mondo, paiono incapaci di provare empatia con le persone che li circondano. O per lo meno questo è uno stereotipo molto diffuso, e la Giornata Mondiale della Consapevolezza sull’Autismo, il 2 aprile, è l’occasione buona per sfatare alcuni pregiudizi che riguardano lo spettro emotivo delle persone autistiche. Per smentire le apparenze è stato necessario scomodare la scienza.
Un articolo appena pubblicato su Scientific Reports, in collaborazione tra la SISSA (Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati) di Trieste e l’Università di Vienna dimostra che gli autistici hanno una risposta empatica simile a quella di una persona non autistica. Anche di fronte a scelte difficili e ad alto impatto emotivo, sono in grado di elaborare un pensiero morale che li porta a favorire l’opzione meno utilitaristica. Indrajeet Patil, ricercatore della SISSA e e primo autore della ricerca, spiega addirittura che “il tratto autistico è associato a una tendenza più forte della media a evitare di fare male agli altri”.
“Lo stereotipo, sbagliato, è probabilmente dovuto a un altro tratto caratteristico, che si trova spesso nella popolazione autistica, ma talvolta anche in quella sana, ossia l’alessitimia”, ha continuato Patil. L’alessitimia si manifesta con una mancanza di comprensione delle emozioni proprie e altrui. È un tratto subclinico ed è presente quasi nel 50% dei casi di autismo. Essendo un tratto sub-clinico, può comparire anche in persone che non soffrono di alcun tipo di disturbo dello spettro autistico (DSA).
“Nell’alessitimia la comprensione delle emozioni è ridotta. Nell’autismo, invece, sappiamo che quello che è deficitario è la teoria della mente, cioè la capacità di attribuire agli altri pensieri e stati mentali”, ha spiegato Giorgia Silani, neuroscienziata dell’Università di Vienna che ha coordinato la ricerca.
Per discriminare i diversi tratti della personalità gli autori hanno dovuto usare modellizzazioni statistiche avanzate, in modo da dissociare gli effetti dei tratti autistici e alessitimici. Quando i tratti autistici sono prevalenti si verifica un forte stress emotivo di fronte a certe situazioni, una condizione che impedisce al soggetto di prendere decisioni poco empatiche, dannose e totalmente dettate dall’utilità personale.
Per studiare i tratti autistici sono state selezionate persone adulte, affette da autismo e con alto quoziente intellettivo che sono state poste di fronte a dilemmi morali. Il dilemma morale è una situazione simulata in cui il soggetto si trova di fronte a un bivio: in un caso la scelta comporta la necessità di sacrificare volontariamente una persona per salvare le altre, mentre nell’altro caso porta all’immobilità. La prima scelta è propria di una persona poco empatica, capace di superare quelle emozioni che impediscono di fare del male alla vittima. Mentre “l’autismo è associato a un forte stress emotivo in risposta a queste situazioni per cui l’individuo tende a evitare di compiere azioni dannose”, ha raccontato Patil.
L’autismo è una disabilità permanente di natura neuropsichiatrica, che accompagna il soggetto lungo tutta la sua vita. È una malattia ad ampio spettro, associata ad abilità cognitive assai variabili che ha bisogno di criteri diagnostici sempre più affinati e specifici per riconoscere, conoscere e aiutare. Anche nel caso dell’associazione con l’alessitimia occorrerà proseguire gli studi, per spiegare il complesso rapporto fra vari tratti di personalità che si possono manifestare.
Leggi anche: L’associazione tra autismo e disturbi gastrointestinali
Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.