Estinzioni: al MUSE storie di catastrofi e altre opportunità
La nuova mostra inaugura il 16 luglio, in una giornata ricca di eventi presso il Museo delle Scienze di Trento
EVENTI – Uomo di Neanderthal, dinosauri, dodo, tilacini, ma anche affascinanti idiomi della Papua Nuova Guinea. Cos’hanno in comune queste cose? Sono estinte, o si stanno estinguendo. E per questo sono tra i protagonisti di “Estinzioni. Storie di catastrofi e altre opportunità”, la nuova mostra del MUSE Museo delle Scienze di Trento che verrà inaugurata sabato 16 luglio, realizzata in collaborazione con Università di Padova, Università di Milano Bicocca e Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino.
Il progetto è affascinante e complesso: far attraversare al visitatore un percorso di cinque sezioni, un vero e proprio viaggio attraverso l’estinzione e la perdita di biodiversità, per mettere in connessione tutti gli eventi catastrofici degli ultimi 500 milioni di anni. Sullo sfondo c’è la situazione attuale, un pianeta affollato di esseri umani sul quale è probabilmente in corso la sesta estinzione di massa: le specie si stanno estinguendo a una velocità di mille volte superiore rispetto a quella di un pianeta Terra privo della nostra presenza. Non poteva mancare – in realtà si aggiudica il focus della seconda sezione della mostra – il naturalista George Cuvier (1769 -1832), che per primo riuscì a chiarire la dinamica delle estinzioni di massa con la sua teoria delle catastrofi naturali. La sua scoperta viene esplorata attraverso un video animato originale (in foto un’immagine dal filmato), realizzato da Jorge Cham, creativo disegnatore di PhD Comics.
I reperti di vertebrati estinti esposti alla mostra sono tutti originali, scelti attraverso le ricche collezioni storiche dei musei di storia naturale italiani (Torino, Roma, Firenze, Ferrara, Treviso, Voghera, Padova, Verona e Trento): dallo scheletro di un grande dinosauro sauropode, l’unico di questo tipo esposto in un museo italiano e posto all’ingresso della mostra, ad accogliere i visitatori, fino al famoso cranio di Homo neanderthalensis chiamato “Guattari I”, il più completo preservato nel nostro paese. Mammut e tigri dai denti a sciabola fanno compagnia a dodo, tilacini, uccelli elefante neozelandesi, a ricordarci che da tutte le estinzioni avvenute sul pianeta possiamo trarre una lezione. Che in un certo senso non è troppo tardi, e l’essere umano ha sì un ruolo centrale nell’estinzione delle specie, ma anche nella loro tutela.
Lungo il percorso della mostra sono stati allestiti exhibit interattivi, verranno proiettati video e interviste: vale la pena menzionare soprattutto quella che chiude l’esposizione, una vera chiamata all’azione. Si tratta del video registrato apposta per Estinzioni da Severn Suzuki, la bambina che a 12 anni, nel 1992, intervenne alle Nazioni Unite lasciando il mondo a bocca aperta con un appello in difesa del pianeta. Oggi è cresciuta, 24 anni dopo è una donna adulta ma lotta ancora per sensibilizzare l’opinione pubblica, per spingerci ad assumerci le nostre responsabilità sul pianeta. In un intervento inedito realizzato con i curatori della mostra, Severn Suzuki riesamina il futuro dei movimenti ambientalisti.
La mostra inaugura sabato 16 luglio 2016 e rimarrà al MUSE di Trento fino al 26 giugno 2017.
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