SCOPERTE

C’è un legame tra la Luna e i terremoti violenti?

Uno studio ha analizzato la tensione mareale nei giorni precedenti i terremoti, per cercare una relazione tra questa forza e l'intensità delle scosse

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Alcuni terremoti violenti, come quello avvenuto in Cile nel 2010, si sono verificati nei periodi di massima tensione mareale. Crediti immagine: Claudio Núñez, Wikimedia Commons

SCOPERTE – Luna e terremoti: il nesso è stato suggerito da tempo ma non era mai stato dimostrato. Uno studio svolto da un gruppo di ricercatori giapponesi ora cambia le carte in tavola: ssecondo i risultati pubblicati sulla rivista Nature Geoscience i terremoti violenti sono più probabili durante i giorni di Luna piena e di Luna nuova, le due giornate durante il mese in cui la tensione delle maree è più forte.

Gli effetti della forza di marea combinata esercitata dalla Luna e dal Sole sono visibili tutti i giorni con il ciclico innalzarsi e abbassarsi delle acque lungo le coste. Il principale responsabile del fenomeno è proprio il nostro satellite, perché sebbene abbia una massa trascurabile rispetto al Sole è allo stesso tempo molto più vicino. La forza di marea non viene causata dal campo gravitazionale stesso di un oggetto, ma da una sua variazione più o meno rapida nello spazio, cosa più evidente quanto si è vicini alla sorgente del campo. Il suo effetto è quello di stirare i corpi celesti lungo la direzione dell’attrazione gravitazionale e in alcuni casi può portare addirittura a fenomeni di disintegrazione. Ad esempio quando un satellite si avvicina troppo a un pianeta, o quando una stella si avvicina troppo a un buco nero. Gli effetti mareali di Sole e Luna sulla Terra si combinano a seconda della loro posizione rispetto al nostro pianeta: quando sono allineati – cioè durante la Luna piena e la Luna nuova – si sommano, mentre quando sono in opposizione, cioè durante la mezza Luna, si sottraggono. Questo è il motivo per cui le maree seguono il ciclo lunare.

Che cosa succede sulla superficie terrestre? La forza di gravità terrestre è ben maggiore di quella di marea lunare e solare, quindi il nostro pianeta non corre rischi di rotture. Tuttavia non riesce a impedire che crosta terrestre e oceani si sollevino leggermente, con il risultato che sulla Terra si formano due piccoli rigonfiamenti mareali, uno verso la Luna e l’altro nel verso opposto, la cui grandezza è ciclica e segue le fasi del mese lunare. Se però la crosta terrestre si solleva al massimo fino a 30 cm, l’effetto sugli oceani è maggiore e diventa molto evidente quando il rigonfiamento mareale impatta sulle coste portando a un innalzamento delle acque di diversi metri.

Che legame può avere questo fenomeno con i terremoti? Questi sono causati dall’accumularsi di tensioni lungo una faglia, cioè una linea di frattura della crosta terrestre. Finché l’attrito lungo la linea di frattura è maggiore della tensione che tende a far scorrere i lati di una faglia, questa rimane inattiva e si ha una lenta deformazione delle rocce. Quando però la tensione supera l’attrito, la faglia comincia improvvisamente a scorrere liberando l’energia che ha accumulato nel corso dei decenni e dei secoli e le vibrazioni che ne derivano si manifestano come terremoto. Una volta chiarite queste dinamiche, per gli scienziati è stato semplice ipotizzare che gli effetti mareali potessero contribuire a far aumentare le tensioni nella crosta terrestre, facendo raggiungere il punto di rottura delle faglie presenti. Tuttavia, per quanto plausibili, questi effetti non erano mai emersi in modo chiaro.

Gli studi finora si erano limitati a dimostrare un legame tra l’impatto delle alte maree oceaniche sulle coste e piccoli tremori lungo alcune faglie, come quella di Sant’Andrea in California. Per verificare l’esistenza di un legame più profondo, i sismologi guidati da Satoshi Ide hanno analizzato tre registri di terremoti che coprono California, Giappone e l’intero pianeta. Per combinarli con gli effetti delle maree sono stati analizzati i 15 giorni che precedono ogni terremoto, considerando l’intensità della tensione mareale. È così emerso che i terremoti più violenti -come quello in Cile del 2010 o quello in Giappone del 2011- sono avvenuti proprio nei giorni di massima tensione mareale, cioè durante i giorni di Luna piena e di Luna nuova. In particolare, per oltre 10 000 terremoti di magnitudine superiore a 5,5, quelli avvenuti durante i giorni di Luna piena e di Luna nuova hanno raggiunto più facilmente le magnitudini maggiori. Fino a 8 e oltre.

“È un molto innovativo di affrontare questo lungo dibattito”, ha commentato Honn Kao, sismologo della Geological Survey of Canada, in un articolo di commento su Nature. “Dà un qualche senso alla possibile relazione tra la tensione mareale e lo scatenarsi di grandi terremoti”, ipotizzando che sia possibile che la piccola aggiunta di tensione dovuta alla marea possa essere il fattore finale che porta alla rottura di una faglia. Eppure, secondo lo scienziato, questo studio non metterà la parola fine alla questione. Sono troppi i fattori che entrano in gioco nell’innesco di un terremoto da poter individuare quale sia il ruolo effettivo della tensione mareale.

Nello stesso articolo leggiamo l’opinione di John Vidale, che considera plausibili i risultati. Sismologo della University of Washington, Vidale è noto per aver contribuito in passato a smascherare alcune delle affermazioni meno convincenti sul legame maree-terremoti. “Hanno fatto davvero un lavoro attento” è stato però questa volta il suo parere.

Questo significa che saremo in grado di prevedere i terremoti? Non secondo Satoshi Ide. Anche se leggermente innalzata dai giorni di massima marea, la probabilità che un terremoto avvenga in un giorno particolare in una zona a rischio sismico rimane molto bassa. “È troppo piccola per intraprendere qualche iniziativa” ha concluso lo scienziato giapponese, che sta ora verificando se lo stesso legame è visibile anche nei soli terremoti che avvengono dove la crosta oceanica sprofonda sotto la crosta continentale.

Leggi anche: La nascita della Luna e l’impatto che vaporizzò la Terra

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Vincenzo Senzatela
Appassionato di scienze fin da giovane ho studiato astrofisica e cosmologia a Bologna. In seguito ho conseguito il master in Comunicazione della Scienza alla SISSA e ora mi occupo di divulgazione scientifica e giornalismo ambientale