EVENTI – Prospero Alpini a 400 anni dalla morte
In programma a Marostica un convegno di studi e una serie di eventi per raccontare il botanico padovano che spiegò all'Europa come fare il caffè
EVENTI – Ci sono delle date nel corso della Storia che curiosamente ritornano, anni in cui si concentrano per una fortuita ma intrigante coincidenza avvenimenti, nascite o morti illustri. Il 1616 è uno di questi anni. È – come è noto a tutti sin dalle scuole superiori – l’anno (presunto) della morte di Shakespeare e di quella di Cervantes, entrambi – altra cosa curiosa – il 23 aprile; ma è anche l’anno della morte di un altro personaggio molto importante per la storia della scienza italiana dell’epoca: Prospero Alpini medico e botanico marosticense, precursore dell’idea di una riproduzione sessuale nelle piante prima ancora di Linneo, e che muore il 23 novembre 1616, mentre (ecco un’altra curiosa coincidenza!) in Inghilterra nasceva quello che sarebbe diventato un altro importante medico e botanico: Nicholas Culpeper.
Pochi oggi lo conoscono, ma la storia di Prospero Alpini è intimamente legata a quella dei grandi nomi della medicina del tempo. Nel 1574 si immatricolò nella Facoltà dei Filosofi e Medici dell’Università di Padova, terminando gli studi nel 1578, per poi iniziare, sotto l’influenza del Guilandino, Prefetto e Ostensore dell’Orto Botanico e suo maestro, una serie di viaggi in Egitto dal 1580 al 1584 al seguito dell’ambasciatore veneziano, Giorgio Emo. Le sue osservazioni sono contenute in numerose opere, alcune postume, come De medicina Aegyptiorum (1591), De plantis Aegypti (1592), De plantis exoticis (1629) e Rerum Aegyptiarum libri IV (1735).
I riconoscimenti arrivano copiosi. Nel 1594 gli venne affidata la celebre “lettura dei semplici”, ovvero l’insegnamento della facoltà di medicina che comprendeva nozioni di botanica, farmacognosia e farmacologia del tempo. Nel 1601 pubblica un’opera sulla prognosi intitolata De praesagienda vita et morte aegrotantium libri septem, un’opera clinica, semeiologica, fondata sull’antico pensiero ippocratico, arricchito e verificato dalle proprie osservazioni personali.
Ma il suo maggiore contributo fu in ambito botanico, grazie anche alla corrispondenza con molti studiosi italiani e stranieri, con i quali effettuò scambi di piante e di semi. Sotto la sua direzione l’Orto Botanico di Padova diventò un importante centro di studio e di ricerca, soprattutto per quanto riguarda la diffusione e la coltivazione di molte specie esotiche. Chiamato all’università di Parigi, vi ricoprì la cattedra di botanica. Fu inoltre il primo a interessarsi alla fecondazione artificiale delle piante, intorno al 1592, in particolare studiando la fecondazione delle palme da dattero femminili da parte della “polvere” delle infiorescenze maschili. Il suo nome è tuttora ricordato dal genere Alpinia.
Sempre nel 1592, a cent’anni esatti dalla cosiddetta scoperta dell’America, Prospero fa riferimento a una bevanda molto usata in Egitto, la “caova”, esaltandone gli usi curativi e descrivendo la pianta da cui si traeva tostandone i semi. Ancora pressoché sconosciuta in Europa, la misteriosa bevanda di cui parlava Prospero altro non era che il caffè, anche se secondo alcune fonti forse nello stesso anno ne aveva accennato anche un medico tedesco, Leonhard Rauwolf.
Proprio per celebrare i 400 anni dalla morte di Prospero, Marostica ospiterà presso la Sala Consiliare del Castello Inferiore una serie di eventi a lui dedicati, fra cui un convegno di studi il 26 novembre, che vedrà l’alternarsi dei maggiori esperti dell’opera dell’Alpini, e con la moderazione di Giuseppe Ongaro, Presidente del Centro Studi Prospero Alpini, fondato a Marostica nel maggio del 2006.
Le iniziative però non finiscono qui: il 16 novembre è previsto un primo incontro sugli antichi hospitali e le medicine al tempo di Francesco e Prospero Alpini, mentre il 30 novembre un secondo dal titolo “l’illustrazione botanica al tempo di Prospero Alpini. Descrizione ed uso di alcune piante officinali di Creta e dell’Egitto”.
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