CULTURA

Arriva in home video Curiosity, serie di documentari di Discovery Channel

Dal'origine della vita all'esistenza del male: una serie di documentari che toccano tematiche al confine tra la scienza e la filosofia

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Courtney Cox conduce l’episodio “L’origine della vita” della serie di documentari Curiosity, prodotta da Discovery Channel

CULTURA – È possibile utilizzare la scienza per dare una risposta definitiva a domande quali “chi ha creato l’Universo?”, “ci sarà la fine del mondo?”, “siamo soli nell’Universo?” o “il male esiste?”. Sulle grandi domande fra scienza e filosofia, sulle parziali risposte date finora e sulle frontiere della ricerca è imperniata la serie di documentari Curiosity, prodotta da Discovery Channel. Alcuni episodi sono raccolti e pubblicati, dal 17 novembre, in un home video (in DVD o Blu-ray) distribuito da Koch Media dal titolo Curiosity – Le migliori puntate.

Il dvd raccoglie una selezione di 8 episodi integrali tratti dalla prima stagione di Curiosity, uscita nel 2011 negli Stati Uniti e nel 2012 in Italia. Si parte con “Chi ha creato l’Universo?” dove Stephen Hawking conduce lo spettatore alla scoperta delle frontiere della conoscenza astrofisica e propone la sua risposta alla questione sull’esistenza di Dio per arrivare alla puntata “L’origine della vita” condotta e narrata dall’attrice americana Courtney Cox. Alla conduzione di ciascuna puntata c’è o uno scienziato o attori, registi e personaggi televisivi americani. Oltre ai citati Hawking e Cox abbiamo fra gli altri il regista Eli Roth e gli attori Morgan Freeman, Michelle Rodriguez, Robin Williams e Samuel L. Jackson.

Pur partendo da questioni più metafisiche che scientifiche, gli autori organizzano la narrazione su un piano più concreto. Nell’episodio condotto da Michelle Rodriguez viene proposto uno scenario concreto di invasione aliena in cui alcuni esperti (astrobiologi, consulenti governativi, militari, fisici) provano a rendere tangibile sia l’invasione sia la gestione dell’emergenza e, nel caso l’invasione fosse bellicosa, come l’umanità potrebbe tentare di salvarsi.

La puntata condotta da Eli Roth è forse la più paradigmatica nel mostrare la natura della serie e il suo riuscire a dar forma concreta a domande più ampie, spesso al centro di documentari più sensazionalistici che scientifici. Il tema della puntata di Roth è il male: più precisamente, esiste il male? La scelta di Roth come conduttore non è casuale: Roth è regista e autore di film particolarmente violenti (quali Hostel e The Green Inferno), caratterizzati da trame molto cruente e ricche di personaggi psicotici e malvagi. Nella puntata si parla del legame fra libero arbitrio e DNA, di esperimenti sociali e scansioni cerebrali, a cui si sottopone lo stesso Roth: la sua propensione a trattare e mettere il male sullo schermo ha basi fisiche? Bastano una predisposizione genetica o precise caratteristiche cerebrali per compiere il male? Sebbene le semplificazioni – sul piano filosofico e scientifico – siano sempre dietro l’angolo ed effettivamente non manchino nella puntata, la narrazione rimane avvincente e mostra in modo accattivante un possibile incontro fra filosofia e scienza.

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Enrico Bergianti
Giornalista pubblicista. Scrive di scienza, sport e serie televisive. Adora l'estate e la bicicletta.