Le scimmie possono parlare? Sì, ma non hanno il cervello “adatto”
Perché le scimmie, i nostri “cugini” più prossimi, non parlano? Uno studio sui macachi svela che hanno un apparato vocale in grado di parlare, ma nel loro cervello mancano i meccanismi neurali che gli permettano di formulare parole
SCOPERTE – Una scimmia può parlare o no? Questa la domanda a cui gli scienziati hanno tentato di rispondere. Se per decenni si è pensato che le scimmie e i primati non avessero un apparato del tratto vocale in grado di parlare, ora un nuovo studio ribalta le carte in tavola e dà ragione a Charles Darwin. Proprio lo scienziato evolutivo fu il primo a formulare la teoria che le scimmie, e in generale i primati, hanno un tratto vocale anatomicamente simile a quello umano e che dunque possono parlare, ma il loro cervello non è “adatto”.
A confermare la teoria di Darwin sono arrivati i risultati dello studio condotto da William Tecumseh Sherman Fitch III, biologo evoluzionista e scienziato cognitivo dell’Università di Vienna, che insieme ad Asif Chazanfad, neuroscienziato dell’università di Princeton, ha analizzato l’apparato vocale del macaco chiamato Emiliano e i risultati sono stati pubblicati sulla rivista Science Advances.
I due ricercatori hanno unito le loro forze e hanno osservato il macaco nel laboratorio di Princeton, dove dopo avergli insegnato a sedersi su una sedia lo hanno osservato mentre compieva alcune azioni tra cui mangiare, sbadigliare, schioccare le labbra per un bacio ed emettere diverse vocalizzazioni. Gli scienziati hanno ripreso il macaco Emiliano mentre compieva queste azioni con un apparato a raggi X e sono stati in grado di osservare ben 99 differenti configurazioni del suo tratto vocale, come ha spiegato Fitch:
“In sostanza, abbiamo ricostruito un modello computerizzato basato sul tratto vocale delle scimmie e che ci ha mostrato tutto quello che avrebbero potuto fare”.
Gli scienziati hanno così prodotto delle simulazioni al computer sfruttando le configurazioni osservate nel macaco per produrre dei suoni con frequenze che corrispondono a quelle emesse dall’uomo. Fitch, Ghazanfar e il loro team hanno focalizzato la loro attenzione sulla pronuncia delle vocali, che sono presenti in ogni lingua, e scoperto che il macaco oggetto dello studio sarebbe stato in grado, almeno in teoria, di riprodurle.
Per analizzare la capacità di parola dei macachi, sono state effettuate delle simulazioni al computer con il tratto vocale studiato e gli hanno fatto pronunciare la frase “Will you marry me?”, o “Vuoi sposarmi?”, osservando che nonostante la voce simulata della scimmia fosse piatta e più grave di quella dell’uomo, le parole erano comunque chiare e comprensibili.
I risultati pubblicati su Science Advances mostrano dunque che, almeno a livello anatomico, i macachi sono in grado di parlare. E dato che il loro tratto vocale è esattamente uguale a quello degli altri primati, anche questi ultimi possono farlo. Ma allora perché le scimmie non parlano? Per rispondere a questa domanda bisogna concentrarsi sul loro cervello, come ha spiegato Fitch:
“Se le scimmie avessero un cervello umano, sarebbero sicuramente in grado di parlare come l’uomo”.
Per questo motivo secondo Ghazanfar, co-autore dello studio, la domanda più interessante da porsi è “cosa rende così speciale il nostro cervello?”. Nella storia dell’evoluzione umana deve esserci stato un momento, circa 8 milioni di anni fa, in cui i nostri progenitori hanno iniziato a divergere dagli scimpanzé e il cervello umano ha guadagnato il controllo sul proprio tratto vocale.
Se la differenza nel parlare non dipende dall’anatomia, secondo i ricercatori diventa necessario concentrarsi su fattori genetici, come il gene FOXP2, gene che esprime la capacità di parlare e lo sviluppo del linguaggio, per capire quando l’uomo ha iniziato, commenta Ghazanfar:
“Scoprire i passaggi evolutivi che hanno portato allo sviluppo del linguaggio potrebbe aiutarci a comprendere cosa accade nelle situazioni patologiche in cui si perde la capacità della parola”.
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