IL PARCO DELLE BUFALE

Lista affidabile di riviste inaffidabili cercasi, disperatamente

Da quando è sparito l'elenco degli editori predoni curato da Jeffrey Beall, alcuni scienziati provano a crearne una nuova. Serve aiuto.

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La lista di Beall delle riviste predone dovrebbe essere costantemente controllata e aggiornata.

IL PARCO DELLE BUFALE – La “Lista di Beall” – quattro in realtà – non è sparita insieme al blog Scholarly OA, però va aggiornata e controllata: alcuni predoni scompaiono, altri cambiano nome, qualcuno magari diventa onesto. Non è un lavoro per una persona sola, scrivono i responsabili di Retraction Watch che chiamano la comunità scientifica a rimboccarsi le maniche. Tra il 2010 e il 2014 infatti nel mondo le riviste che conviene evitare sono passate da 1800 a 8000 e i loro articoli da 53 000 a 420 000 mila.

I predoni, dice il blogger Neuroskeptic (un altro nostalgico di Beall)

degradano gli standard della scienza pubblicando come peer reviewed materiale che è stato revisionato male o per nulla. Raggirano ricercatori ignari (spesso di Paesi poveri) e fanno pagare loro somme notevoli per servizi disastrosi mentre offrono ad autori privi di scrupoli un modo per far uscire materiale dubbio. E affliggono gli accademici con spam dissennato.  […]

Auspica un wiki fatto da volontari e da moderatori senza legami con l’editoria scientifica, che

servirebbe anche da forum per l’affascinante campo della ‘predonologia’ – lo studio di come i predoni operano e dei personaggi spesso curiosi che hanno alle spalle.

In un commento, Smut Clyde preferisce chiamare quegli editori “parassiti”, lo stesso termine proposto da Luděk Brož, Tereza Stöckelová e Filip Vostal insieme a “sanguisughe” e al bealliano “vampiri”. Ma la parassitologia, l’anellidologia e la vampirologia esistono già: la predonologia ha il vantaggio di non creare equivoci.

Per dimostrare l’utilità di una lista di Beall nel contesto locale della Repubblica Ceca, i tre autori raccontano il successo sbalorditivo di personaggio sicuramente curioso:

l’“accademico, ricercatore e consulente” Dr. Wadim Strielkowski, di cui si dibatte nell’accademia ceca dal 2015 e al quale è stata dedicata una conferenza a Praga nel giugno 2016.

In soli tre anni, il giovane docente di sociologia, economia, business management, energia e flussi migratori era riuscito a pubblicare ben 17 monografie e oltre 60 articoli su riviste dubbie oppure di sua invenzione, mentre da titolare di varie aziende vendeva diplomi e corsi su come pubblicare su riviste serie indicizzate. Per tutto ciò la sua Facoltà ha ricevuto generosi fondi di ricerca, in vampirologia compresa, e lo ha ricompensato con bonus congrui finché non ha trovato un posto più gratificante all’Università di Cambridge grazie a un curriculum di fantasia.

L’utilità è simile in altri contesti locali. L’11 gennaio, la University Grants Commission dell’India ha raccomandato a un’università e college di tenere conto di 38 653 riviste, sebbene siano circa 28 000 stando all’International Association of Scientific, Technical and Medical Publishers. Due settimane dopo, il professor Pushkar spiegava il motivo di questa “lista bianca”:

si è resa necessaria perché, per farsi assumere e promuovere, un gran numero di docenti e ricercatori di istituzioni accademiche indiane, tra cui molti di università prestigiose, hanno scelto di pubblicare in riviste false o scadenti. [Lo conferma] un articolo recente della rivista Current Science

La custode del Parco non mette in dubbio la conferma. Ricorda però che Current Science, pubblicata “in collaborazione con l’Accademia delle Scienze dell’India” e inclusa nella lista bianca insieme ad almeno 35 sanguisughe, ospita volentieri “ricerche” in astrologia vedica o in fusione fredda.

Nel contesto italiano (nota 1) Antonietta Gatti del CNR e della Nanodiagnostics S.r.l., e il marito Stefano Montanari, titolare della S.r.l., hanno appena pubblicato in una rivista MedCrave un’analisi di 44 vaccini i cui risultati “suggeriscono una correlazione con patologie” disparate. Da qui l’esultanza dei movimenti anti-vaccinazioni, in Italia e all’estero.

MedCrave è a pieno merito nella lista di Beall. Qui lascia passare asserzioni senza riferimento bibliografico sugli effetti – “immediatamente” nocivi a meno che non occorra “un po’ di tempo” – di nanoparticelle inorganiche ben note, contenute in vaccini a volte scaduti da un decennio, scelti con criteri ignoti… E frasi come questa:

Sta di fatto che non esistono dati ufficiali esaustivi e affidabili sugli effetti collaterali indotti dai vaccini.

Il dottor Montanari lo ripete da decenni, ma sta di fatto che è vero il contrario.

Nota 1

La custode tornerà tra breve sul contesto italiano. Qui si limita ad aggiornare sulla gara a chi commette più furti intellettuali, in corso tra Giuseppe Tarantino dell’Università Federico II e Carmine Finelli, occasionalmente della stessa università, più spesso della Fondazione Stella Maris Mediterraneo, sebbene per questo “editoriale” in corso di stampa si dichiari dell’ASL di Nola. Vince tuttora Tarantino con 25 plagi a 18.

Leggi anche: La fine della lista di Beall

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