IL PARCO DELLE BUFALE

Spermatozoi infuocati: una scoperta italiana

La nanodiagnostica consente di individuare grandi quantità di nanoparticelle tossiche in vaccini e gameti che ne sono privi.

Dall’intervista sul libro Case Studies in Nanotoxicology and Particle Toxicology, Elsevier editore, su AzoNano

La fiducia del Parco nelle massime istituzioni scientifiche del Paese s’è incrinata un mese fa. La professoressa Antonietta Morena Gatti, una militante contro le vaccinazioni che insieme al marito Stefano Montanari pubblica in merito ricerche dubbie su riviste ancora più dubbie, ha molteplici affiliazioni. Lavora davvero al Dipartimento di Nanodiagnostica del Consiglio Nazionale della Ricerca presso l’Istituto di Scienza e Tecnologia dei Materiali Ceramici?

La domanda sorge di nuovo guardando il video in cui insegna come ottenere nanoparticelle tossiche durante l’analisi di un vaccino, meglio se scaduto da anni, spandendolo “con l’ago della siringa sulla pellicola bioadesiva”. Così nel campione ne entrano abbastanza da accusare tutti i vaccini di danneggiare l’umanità dalla culla all’ultima influenza, e fanno comodo ai clienti, per esempio all’avvocato di militanti anti-vax francesi che hanno intentato una class action contro Big Pharma.

In questo caso però, l’Agenzia francese per il farmaco ha pubblicato nuove analisi che smentivano la perizia commissionata alla Nanodiagnostics S.r.l. di Montanari & Gatti. Non paga, ha spiegato il protocollo seguito in tutto il mondo per evitare di prendere per oro colato nella pelle dei bimbi i vil metalli aggiunti a posteriori da una prassi un po’ troppo casalinga, e la magistratura ha suggerito all’avvocato di cestinare quella perizia.

La custode del Parco stava per credere a infide autorità straniere e proclamare millantata l’affiliazione a un Ente che mai avrebbe tollerato un dilettantismo simile, quando le è arrivata la conferma ufficiale: Antonietta Morena Gatti è associata all’Istec-Cnr. L’Istituto passerà alla storia come associato alla burning sperm disease o “malattia del pene urente“, scoperta (nota 1) insieme alla cura da Antonietta Gatti, Stefano Montanari e Ashok Vaseashta, il Pico della Mirandola dell’Istituto (virtuale) dell’Acqua Pulita e della Convergenza delle Scienze Avanzate, al quale la professoressa Gatti è associata da lunga data (nota 2).

La malattia, come i lettori forse sanno per sofferta esperienza, è causata da nano-inquinanti che contaminano gli ambienti di lavoro. Essi penetrano negli organi deputati alla spermatogenesi e rendono la malattia molto più invalidante della burning sperm syndrome. Orgogliosi di questo successo internazionale, gli italiani aspettano trepidanti che il Dipartimento di Nanodiagnostica pubblichi le analisi degli spermatozoi (faentini?) prima e dopo la cura e che il resto dell’Istec metta a punto il preservativo (in materiale ceramico?) che consentirà di bloccare la trasmissione di nano-inquinanti prima della guarigione (nota 3).

Note

  1. Le stesse nanoparticelle causano la leucemia acuta mieloide, ha scoperto in dicembre Antonietta Gatti e il suo team, con il “supporto di AIL Pesaro Onlus“.
  2. Con il supporto di una accademia militare privata, il dottor Vaseashta lo fondò quando la Difesa americana spendeva per lottare contro il terrorismo islamico come ai tempi della guerra fredda per far esplodere i criceti con la mente. I finanziamenti e gli inviti a conferenze della NATO sembrano mancare dal 2008, perché da allora Ashok Vaseashta, come i suoi due collaboratori italiani, paga per partecipare a conferenze truffaldine.
  3. Gli interessati trovano qui il protocollo terapeutico, in inglese. Si ringraziano i dott. Clyde e Toffanin per i preziosi contributi.

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Articolo pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia

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