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Il sistema sanitario influisce sulla durata di vita dei malati di fibrosi cistica?

Un paziente che soffre di fibrosi cistica mediamente vive più a lungo in Canada, dove l'accesso al sistema sanitario è universale, rispetto agli Stati Uniti.

La vita media di un paziente affetto da fibrosi cistica è più lunga in Canada che negli Stati Uniti. Crediti immagine: Public Domain

SALUTE – Che i malati di fibrosi cistica canadesi vivessero più a lungo di quelli statunitensi è un dato noto da anni. Nel 2011, la differenza nell’età mediana di vita dei pazienti era di quasi dodici anni, 48,5 in Canada contro 36,8 negli Stati Uniti. Un dato statistico per il quale alla metà dei pazienti che raggiunge queste due età corrisponde un’altra metà che invece è deceduta: un dato teorico, che cambia a seconda di diversi fattori, dalle cure adottate, alla possibilità di accedere al trapianto, al tipo di alimentazione, ma che non considera per esempio i pazienti che vivono più a lungo rispetto a queste “età limite”.

I risultati di uno studio apparso su Annals of Internal Medicine confermano una maggiore e significativa aspettativa di vita dei malati di fibrosi cistica canadesi ma, soprattutto, rileva come i malati statunitensi muoiano in media cinque anni prima, a 26,9 negli USA e a 31,9 in Canada.

“L’età mediana di vita è un numero teorico sul quale è possibile cavillare, mentre questo studio dimostra un dato reale che dobbiamo accettare, ovvero un’impressionante disparità nell’età media di morte in favore dei malati canadesi”, commenta nell’editoriale Patrick A. Flume della Medical University of South Carolina.

Lo studio, finanziato dalla Cystic Fibrosis Foundation, ha raccolto, raggruppato e resi omogenei i dati per il periodo 1990-2013 dei due registri nazionali di pazienti, il Canadian Cystic Fibrosis Registry (CCFR) e l’U.S. Cystic Fibrosis Foundation Patient Registry (CFFPR). Sono stati presi in considerazione 42 centri specialistici per la cura della fibrosi cistica in Canada e 110 negli Stati Uniti, conteggiando rispettivamente 4662 e 32 699 pazienti.

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I ricercatori hanno indagato tre ipotesi per spiegare questa differenza nell’età media di decesso dei pazienti: le caratteristiche cliniche dei malati, la percentuale di trapianti e i diversi sistemi sanitari.

Pochi interventi come il trapianto sono in grado di cambiare in maniera decisiva l’aspettativa di vita di un malato. Lo studio pubblicato su Annals ha rilevato che nei due Stati è presente una percentuale simile di pazienti in condizioni gravi (FEV1 o volume di aria espirata in un secondo inferiore a 40), ma un minor numero di malati statunitensi riesce a ricevere un trapianto. Inoltre, i pazienti canadesi che non accedono al trapianto vivono comunque più a lungo e questa differenza è cresciuta in modo ancor più rilevante nel 2005, quando negli USA è entrato in vigore il Lung allocation score (LAS). Secondo la letteratura scientifica, con l’introduzione di questo metodo per stilare la lista d’attesa, il 35% dei malati di fibrosi cistica con parametri clinici coerenti con la necessità di trapianto polmonare è stato escluso ed è inoltre aumentato il rischio di decesso post-operatorio.

La prescrizione di una dieta ipercalorica e ricca di grassi è stata una novità introdotta in Canada negli anni Settanta del secolo scorso per migliorare le condizioni cliniche dei malati che ha ridotto il rischio di morte e che è stato adottata in tutto il mondo. Per questo, secondo i ricercatori, ci si potrebbe aspettare un’analoga età media di sopravvivenza tra statunitensi e canadesi, ma nemmeno questo pare giustificare il divario.

“Se escludiamo i pazienti USA assicurati con Medicaid o Medicare o con altre assicurazioni sanitarie, vediamo come la differenza nella sopravvivenza dei pazienti si annulli tra i due Paesi”, evidenzia l’editoriale, considerando che in Canada vige il principio dell’universalità nell’accesso alle cure. “Nonostante i livelli di povertà tra i due Paesi non siano così diversi, le differenti modalità con cui viene fornita l’assistenza sanitaria in Canada e negli Stati Uniti producono una forte disparità per i pazienti più poveri. Infatti, anche l’età mediana di vita di tutti i canadesi è più alta rispetto agli americani, una disparità che è aumentata nel corso degli ultimi due decenni”.

Il fatto che negli Stati Uniti il rischio di morte dipenda anche dal tipo di assicurazione sanitaria accresce l’ipotesi che la differenza evidenziata nello studio dipenda dalla diversità tra i sistemi sanitari dei due Paesi, ma i ricercatori ritengono necessari ulteriori ricerche per confermare questa ipotesi.

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Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   

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Federica Lavarini
Dopo aver conseguito la laurea in Lettere moderne, ho frequentato il master in Comunicazione della Scienza "Franco Prattico" alla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste (SISSA). Sono giornalista pubblicista e scrivo, o ho scritto, su OggiScienza, Wired, La Lettura del Corriere della Sera, Rivista Micron, Il Bo Live, la Repubblica, Scienza in Rete.