SCOPERTE

Trattamento del diabete di tipo 2: un possibile ruolo per il microbioma

I batteri intestinali, importanti per mantenere il nostro stato di salute, sembrano essere coinvolti anche nell'assorbimento dei farmaci. Uno studio ha indagato il ruolo della flora batterica nell'azione di un farmaco utilizzato per trattare il diabete di tipo 2.

I microrganismi che compongono il nostro microbioma svolgono un ruolo importante nell’assorbimento dei farmaci. Crediti immagine: NIAID, Flickr

SCOPERTE – La metformina è il farmaco principale usato per il trattamento del diabete di tipo 2. Secondo uno studio pubblicato su Nature Medicine questa molecola potrebbe svolgere la sua funzione anche agendo sulla flora batterica  del paziente.

Il meccanismo di azione della metformina non è stato chiarito del tutto. Si pensa che agisca abbassando il livello di glucosio nel sangue, sia diminuendo la produzione da parte del fegato, sia stimolando il consumo da parte dei tessuti periferici. I ricercatori dell’Università di Gothenburg e dell’Università di Girona hanno ipotizzato che nel meccanismo fossero coinvolti anche i batteri intestinali. Negli ultimi anni si è infatti affermata l’idea che i miliardi di microrganismi che compongono il microbioma abbiano un ruolo non solo nel mantenimento fisiologico del nostro stato di salute, ma anche nell’assorbimento dei farmaci. In particolare, gli enzimi prodotti dai batteri intestinali rappresentano un possibile target per modificare il metabolismo e migliorare la risposta clinica.

Nello studio pubblicato su Nature Medicine, i ricercatori hanno reclutato 40 pazienti affetti da diabete di tipo 2. Hanno diviso i partecipanti in due gruppi, li hanno sottoposti a una dieta ipocalorica e hanno somministrato loro metformina o placebo per quattro mesi. Dall’analisi genomica del microbioma intestinale è emerso come il trattamento con il farmaco stimoli una grande variazione nella composizione batterica (sono stati osservati cambiamenti in 81 degli 86 ceppi batterici presenti). Al contrario, nel gruppo che aveva assunto il placebo, solamente un ceppo batterico è cambiato nei 4 mesi di trattamento. La metformina avrebbe favorito la crescita di due ceppi, Akkermansia muciniphila e Bifidobacterium adolescentis.  Esami di laboratorio hanno confermato che la stimolazione di questi ceppi avviene anche nei batteri in coltura. La metformina avrebbe inoltre effetto sulle funzioni svolte dai batteri intestinali, come dimostrano le analisi che hanno identificato alterazioni nella sintesi di alcune molecole (liposaccaridi e acidi grassi).

Campioni prelevati da tre pazienti sono stati utilizzati per un trapianto fecale in topi nei quali veniva simulata la condizione diabetica. I ricercatori hanno osservato che, in due casi su tre, i campioni provenienti da individui trattati con metformina avevano l’effetto di aumentare la tolleranza al glucosio. In altre parole, i topi riuscivano a controllare meglio i livelli di zucchero nel sangue.

Non è chiaro come avvenga questa regolazione. Secondo i ricercatori, potrebbero essere coinvolti meccanismi che agiscono sull’omeostasi dei metalli. Nello studio, infatti, è stata evidenziata una variazione nell’espressione nei geni dei batteri intestinali coinvolti in questo metabolismo. Studi successivi serviranno a identificare metaboliti e proteine prodotte dai batteri e a chiarire meglio le interazioni tra il farmaco, il microbioma e il suo ospite.

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Francesca Camilli
Comunicatrice della scienza e giornalista pubblicista. Ho una laurea in biotecnologie mediche e un master in giornalismo scientifico.